Parigi, i giovani, l’amore, la lotta per la vita contro l’Aids. Si chiama “120 battiti al minuto” ed è il film capolavoro di Robin Campillo, vincitore del Grand Prix all’ultimo Festival di Cannes, nelle sale cinematografiche dal 5 ottobre. Il film è stato lanciato prima in Francia, poi in Italia, dove però la commissione ministeriale di censura ha vietato il film ai minori di 14 anni. Leggi la nostra intervista a Cesare Petrillo, fondatore della casa di distribuzione cinematografica Teodora Film.
“Ho amato il film dal primo minuto: storie di eroi veri che hanno salvato molte vite”. Si è espresso così il regista di grandi successi Pedro Almodòvar quando ha visto 120 battiti al minuto, il nuovo film di Robin Campillo che ha conquistato alcuni dei premi più importanti della storia cinematografica, ma che in Italia ha creato scalpore. Perché il film, distribuito nelle sale dal 5 ottobre, in Italia sarà vietato ai minori di 14 anni. Decisione della Commissione per la Revisione cinematografica del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Ma un film sull’amore che sostiene il sesso sicuro e il preservativo come strumento indispensabile per la lotta all’Aids, può essere censurato?
Leggi cosa ne pensa Cesare Petrillo della Teodora Film, casa cinematografica che ha distribuito il film. Scopri la lista dei cinema dove è possibile vedere il film.
Caro Cesare, il film 120 battiti al minuto è vincitore del Grand Prix all’ultimo Festival di Cannes. Ma la Commissione ministeriale italiana ha deciso di imporre il divieto per i ragazzi fino ai 14 anni, giusto?
“Prima della proiezione in pubblico, tutti i film devono ottenere il nullaosta rilasciato dalla Direzione generale per il Cinema su parere della Commissione per la Revisione cinematografica. Nello specifico, si tratta di un visto di censura vietato ai minori di 14 anni. Ma in Francia, per esempio, non ci sono stati dubbi: il film è disponibile per tutte le fasce di età”.
Ma il film non ha l’obiettivo di informare i giovani, soprattutto, sulla importanza della prevenzione in ambito sessuale?
“Il film racconta la storia dei militanti di Act Up -Paris negli anni Novanta contro l’indifferenza generale verso i malati di AIDS. Loro hanno dato voce al silenzio che c’è stato sulla diffusione di questa malattia. Ci sono scene d’amore esplicite, ci sono le campagne chiassose e violente dei ragazzi di Act Up. Il tutto affinché si sappia che l’unico strumento per prevenire l’Aids è il preservativo”.
Certo. Infatti l’Aids è una malattia sessualmente trasmissibile…
“Sì. E il preservativo ancora oggi è l’unico strumento più sicuro per prevenire un eventuale contagio. Sia nei rapporti etero che omosessuali. Ora, di certo un bambino di 4 anni non uscirà da solo per andare a vedere questo film, né tanto meno un genitore porterà un figlio troppo piccolo a vedere un film come questo. Ma un ragazzino di 12 anni sì: chi vede questo film resta informato, conosce i fatti e capisce il valore dell’uso del profilattico”.
E invece così non sarà. Almeno in Italia
“No. L’Italia lo ha vietato ai minori di 14 anni. Ma è possibile poter navigare su internet e guardare ogni tipo di immagine e video, anche di violenza o di stupro. In tv un ragazzino può tranquillamente ascoltare Marco Predolin che al Grande Fratello ha più volte offeso la comunità Lgbt. O Giulia De Lellis, sempre in onda sul Grande Fratello, convinta che l’Aids si trasmetta passando la sigaretta. Un ragazzino che guarda questa roba non è minimamente protetto. E poi esiste una Commissione di censura che blocca una forma d’arte come il cinema. Questo è quello che ci fa rabbia. Stiamo parlando di un film vincitore del Grand Prix, candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero. Ma in Italia decidono di vietarlo ai minori di 14 anni…”.