Esiste, non esiste, esiste ma non è un punto… è una pallina, anzi no… non c’è affatto.
La controversa questione sull’esistenza del punto G, il bottone del piacere femminile, torna a scatenare le autorevolissime penne del prestigioso Journal of sexual medicine, che periodicamente rilancia la sua battaglia contro lo sfuggente ombelico del piacere femminile.
Fino ad oggi l’argomento punto G aveva provocato più dibattiti televisivi pruriginosi che scienza.
Nel dipartimento di urologia dell’Università di Melbourne, in Australia, hanno invece preso di petto la situazione e indagato sull’esistenza anatomica di un “punto G”, per cercare di posizionarlo in un luogo preciso della parete vaginale anteriore.
Per compiere lo studio hanno letteralmente dissezionato 13 vagine femminili di donne di età compresa tra i 32 e i 97 anni. Durante l’autopsia hanno scoperto che no, davvero non si nota sulla parete vaginale una struttura macroscopica che assomigli al fatidico bottone del piacere e che l’unica struttura spugnosa o erettile si trova nel punto in cui l’uretra incontra il clitoride. E quello non è proprio il punto G.
Il limite della ricerca e i conseguenti dubbi sulla sua attendibilità, stanno nel fatto che è l’indagine è stata compiuta solo su 13 donne – un campione statisticamente inutile – dalla storia clinica non ben definita.
Di parere esattamente opposto erano del resto i ricercatori dell’istituto di ginecologia di San Pietroburgo che nel 2014, con uno studio molto simile condotto su 8 donne di età variabile, trovarono e descrissero dettagliatamente il punto G in ciascuna di loro. E così chiarirono che il fatidico bottone esiste ed è un curioso groviglio di nervi circondato da fasci di muscoli, che assomiglia ad una malformazione venosa ma non lo è.
Il mistero sul punto G, il residuo di prostata maschile che produce infinito piacere durante l’orgasmo, si infittisce, insomma, ancora, creando contrasti e divisioni tra fautori e detrattori della sua esistenza.
Nel dibattito sempre più aspro sul piacere femminile, l’Italia resta su una posizione neutrale, che accontenta tutti.
Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di ginecologia dell’Ospedale San Raffaele di Milano, afferma che il punto G esiste, produce un liquido simile al liquido prostatico, ma solo il 50% delle donne è così fortunata da esserne dotata. Volendo sciogliere il dubbio che rientriate in quel 50%, non vi resta che cimentarvi nelle ricerche empiriche, magari seguendo la guida di Comodo.it per single e coppie.
Sesso e ricerca
7 Aprile 2018