Lattice: se ne parla molto, forse perché questo materiale è presente in tantissimi oggetti con cui abbiamo a che fare quotidianamente. Per questo abbiamo pensato di approfondire alcuni aspetti importanti della allergia che lo stesso lattice provoca. Scopriamo insieme sintomi, statistiche e soluzioni, come per esempio i preservativi in resina At10. Leggi la nostra intervista alla dottoressa Paola Minale, Dirigente Medico Unità operativa complessa di allergologia presso l’Ospedale Policlinico San Martino di Genova.
Una breve premessa. Il lattice è una resina naturale proveniente dalla pianta tropicale “Hevea Brasiliensis”. A seconda della sua destinazione, viene sottoposto a test, trasformazioni e processi di produzione. L’utilizzo di prodotti in lattice, specialmente in ambiti sanitari, è aumentato in concomitanza con la diffusione del virus Hiv: l’uso di guanti in lattice è sempre stato necessario per impedire la trasmissione e il passaggio del virus constatato in persone sieropositive anche durante procedure medico chirurgiche. Il classico preservativo, così come lo conosciamo noi, viene infatti prodotto in lattice e diffuso per la prima volta da Durex, azienda leader nel mercato dei profilattici. Ecco la nostra intervista alla dottoressa Paola Minale dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova.
Dottoressa Minale, partiamo subito dai sintomi: come si manifesta l’allergia al lattice?
Si manifesta con sintomi classici dell’allergia: infiammazione della mucosa nasale (rinite), starnuti, prurito localizzato, orticaria, asma. Questi avvengono per contatto ed esposizione al lattice. La situazione più frequente può essere una visita odontoiatrica, ginecologica o nel caso di un prelievo. Chi lavora in ambito sanitario, per esempio, può presentare una dermatite delle mani oppure, anche levandosi i guanti in lattice, se questi contengono una polvere lubrificante che viene diffusa nell’aria, può accusare problemi respiratori. Anche un’asma nei casi più gravi. Ma il rischio peggiore è per il paziente allergico al lattice non consapevole che viene operato con guanti in lattice: può avere una reazione sistemica generalizzata a tutto l’orgasmo (shock anafilattico).
Nel caso specifico dell’uso del profilattico, come un uomo o una donna possono rendersi conto di avere una allergia al lattice?
I sintomi sono soprattutto quelli locali: eritema, gonfiore, prurito, edema. Se invece il profilattico in lattice entra a contatto con il sangue, può esserci una reazione più grave.
Ma il lattice non è presente solo nei guanti o nei preservativi. Ci sono esempi lampanti di materiali che contengono lattice?
Moltissimi. Dai palloncini gonfiabili alle tettarelle o ai succhiotti per neonati. Elastici, alcuni equipaggiamenti sportivi come per esempio le pinne, alcune tende della doccia, borse dell’acqua calda, pneumatici e molte attrezzature mediche: i tappi dei farmaci sono in lattice, la diga che usa il dentista, o la pompetta del contagocce. La pianta ornamentale ficus benjamina contiene una resina bianca simile a quella le lattice che contiene delle proteine in comune. Detto questo, andrebbe anche analizzato chi è il paziente più a rischio.
Proceda…
Bambini che hanno subito ripetuti interventi chirurgici, soggetti atopici che hanno subito più di 5 interventi chirurgici, pazienti che fanno l’emodialisi, le casalinghe se usano i guanti in lattice e il personale di ortofrutta, panifici e grandi magazzini. L’uso dei guanti in lattice dovrebbe essere bandito anche in ambito alimentare oltre che sanitario. Chi è allergico al lattice ha molte allergie alimentari: le casalinghe spesso presentano i primi sintomi con reazioni ad alimenti come banana, kiwi, avocado, la castagna, e l’ananas.
Ci sono ricerche o studi recenti che hanno portato risposte interessanti?
Inizialmente è stata proposta come terapia un vaccino che però non ha dato i risultati attesi, anche perché c’era un rischio che lo stesso vaccino potesse provocare reazioni sistemiche.
Quali sono quindi le soluzioni contro l’allergia al lattice?
Evitarlo. Il nostro ospedale, l’ospedale Policlinico San Martino di Genova, è un ospedale latex free. In ambito medico è stato evitato l’uso della polvere all’interno dei guanti, veicolante del lattice, e i guanti in lattice sono stati sostituiti da guanti in vinile e nitrile. Da quando sono state attuate queste misure preventive si è notata infatti una notevole riduzione della sensibilizzazione tra il personale sanitario. Vi dico alcuni numeri: la prevalenza di allergia al lattice è abbastanza bassa, l’1% della popolazione generale. Invece nelle specifiche categorie a rischio, i numeri crescono: prevalenza del 3% per il personale sanitario, che sale al 6% se si analizzano gli ambiti chirurgici. Nei bambini con malformazioni come la spina bifida che hanno subito diversi interventi la percentuale tocca il 30%.
Esiste oggi il preservativo cosiddetto del futuro, prodotto in resina At10 per garantire la assoluta mancanza di lattice e un piacere maggiore perché ipersottile. Si chiama mrComodo. Lei ha fiducia nelle nuove tecnologie?
Nel nostro Ospedale l’aver ridotto drasticamente l’uso di guanti e dispositivi in lattice sostituendoli con nuovi materiali innovativi, ha portato notevoli riscontri positivi contro l’allergia. Per questo ho molta fiducia nelle nuove tecnologie, ci hanno già dimostrato di essere efficaci.
E quando il disagio è a livello Psicologico…
Quando il “fastidio al lattice” non è legato ad un disturbo fisico, probabilmente il problema sta a livello psicologico. Un uomo può avere fastidi all’idea di interrompere il rapporto per armeggiare con il preservativo, temendo una situazione imbarazzante specie se il partner è occasionale.
Esiste anche un rifiuto legato all’idea di interporre una barriera fisica a livello di contatto intimo. Quindi, la soluzione migliore per superare queste situazioni sta nel rilassarsi e puntare su tipologie di profilattici che possano facilitare lo srotolamento.
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