Lo aveva già lasciato intendere con ammiccamenti passati, ma ora, dopo la Giornata mondiale della Gioventù a Panama, non c’è più nulla da interpretare.
Papa Francesco è stato chiaro. Tra i tanti bisogni educativi dei giovani, ce n’è uno che va soddisfatto quanto prima e quanto meglio: l’educazione sessuale.
Il concetto è molto profondo: Papa Bergoglio non condanna l’aborto, poiché infligge un trauma che è condanna a sé per le donne che sono costrette a subirlo. Quindi perdona e invoca perdono. Affinché quella di abortire resti una scelta libera (si fa per dire) e adulta di donne consapevoli e non una conseguenza logica dell’ignoranza, chiede e prega affinché tutti imparino l’ABC della contraccezione, della prevenzione, dei metodi di trasmissione delle malattie veneree da uomo a donna e da madre a nascituro.
Tra i primi luoghi deputati alla formazione, per Papa Francesco – che benedice il sesso come dono divino – non può che esserci la scuola.
«Nelle scuole bisogna dare un’educazione sessuale, il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è un dono di Dio per amare. Che poi alcuni lo usino per guadagnare soldi o sfruttare è un altro problema. Ma bisogna dare un’educazione sessuale oggettiva, senza colonizzazione ideologica. Se inizi dando un’educazione sessuale piena di colonizzazione ideologica distruggi la persona», ha detto Bergoglio.
Pur chiedendo attenzione sui testi, affinché siano morigerati, la Chiesa, per voce del Papa, sdogana l’educazione sessuale che l’Italia, forse anche per riverenza nei confronti della maggioranza cattolica, si era sempre negata.
Compito della scuola, è anche sopperire alla famiglia, luogo in cui l’educazione sessuale è stata sempre tramandata da genitore a figlio. «Ma nelle famiglie di oggi non è sempre possibile – commenta amaramente il pontefice. – Quindi che sia la scuola a supplire è indispensabile, perché altrimenti rimarrà un vuoto che poi verrà riempito da un’ideologia qualsiasi».