Tutti la volevano, ma tutti l’hanno bocciata. Non si sa perché e per come, eppure l’emendamento alla legge di bilancio che avrebbe unito l’Italia in materia di contraccezione gratuita, proprio nei giorni della vigilia della Giornata Mondiale per la lotta contro l’AIDS, è stata sonoramente bocciata in sede di commissione Bilancio. A dire di no definitivamente alla proposta partita dalla parlamentare del PD Giuditta Pini, bocciata e poi riproposta dal Movimento Cinque Stelle, sono stati lo stesso Movimento, oltre a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Il governo si trova spaccato anche di fronte ad un tema che dovrebbe unire tutti: la prevenzione sessuale. Quella che ogni anno miete decine di migliaia di vittime per malattie sessualmente trasmesse.
Cosa prevedeva l’emendamento del PD alla legge di Bilancio
Il testo originale del provvedimento, presentato dal PD lo scorso 14 novembre in commissione Affari sociali ricalcava grosso modo quanto già fanno in autonomia le regioni Puglia, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e da ultimo Toscana: rendere gratuiti i principali strumenti di contraccezione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse per tutti i giovani di età inferiore ai 26 anni, le donne a basso reddito entro i 45 anni di età, le donne reduci da aborto entro i sei mesi dall’intervento. Di più, rispetto a quanto già fanno le regioni, c’era solo la gratuità della contraccezione per i richiedenti asilo, dettaglio che destò più di una polemica negli ambienti di governo. La maggioranza in commissione bocciò comunque l’emendamento a più pari, perché “non bisogna aiutare i ragazzi a comprare i preservativi visto che i soldi ce li hanno.
Cosa prevedeva l’emendamento a Cinque Stelle
Qualche giorno dopo, a seguito di evidenti ripensamenti, il Movimento Cinque Stelle, già promotore dell’iniziativa sulla riduzione dell’Iva sui preservativi dal 22 al 10%, presentò una proposta praticamente identica, mettendo il proprio marchio alla battaglia. L’emendamento prevedeva tutto quello che il PD aveva già richiesto ottenendo un niet, richiedenti asilo inclusi. Poi però, onde evitare spiacevoli inconvenienti diplomatici con la Lega, i destinatari di protezione internazionale erano stati esclusi dalla proposta.
Il no definitivo
Il 29 novembre, in Commissione Bilancio, la maggioranza ha comunque detto no a tutto, senza fornire valide motivazioni, visto che i fondi c’erano. L’iniziativa, resterà pertanto affidata alle singole Regioni e alle Asl, che potranno in autonomia decidere se e in che termini concedere ai residenti strumenti gratuiti di prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse e delle gravidanze indesiderate.