Il 45% delle donne, tra i 18 e 36 anni, è stato vittima delle dick pics ed ha ricevuto uno scatto hot da un conoscente senza averlo richiesto. Un fenomeno riconosciuto con il nome di cyber-flashing.

Siamo nel 2019 e le comunicazioni telematiche viaggiano a velocità ciber spaziali. Quando penso che mia madre, attendeva impaziente la pausa pranzo per inserire un gettone su una cabina telefonica e chiamare casa, chiedendo se noi bambini stessimo bene… Adesso, mi affiora un sorriso rassicurante sulle labbra, poiché so che basta aprire la chat dell’asilo e chiedere in due secondi come sta la mia bimba per poter proseguire la giornata in tutta tranquillità. In chat qualcuno sicuramente mi invierà la foto della piccola intenta a giocare con i compagni.

Direi che la tecnologia del XXI secolo è rassicurante, geniale ed indispensabile.. ma tutto in misura dell’utilizzo che se ne vorrà fare.
Le chat e le immagini che ogni giorno mandiamo e riceviamo, possono avere anche impatto negativo; ognuno di noi ne ha avuto esperienza almeno una volta nella sua vita. Ne sono puro esempio le immagini a sfondo perverso e poco apprezzabile di un pene in erezione, che alcuni uomini (o spasimanti conosciuti in chat) amano inviare a qualsiasi donna che gli capiti a tiro.

Proprio a questo fenomeno, gli esperti anglosassoni hanno dato il nome di cyber-flashing. Una situazione che nei Paesi civilizzati è stata considerata una vera e propria molestia sessuale da punire con sanzioni piuttosto severe.

Cyber-Flashing: Quando l’autore delle immagini hard è lo sconosciuto del tavolo accanto

Il fenomeno del cyber-fashing non si limita alla cerchia dei nuovi spasimanti incontrati su Tinder o in discoteca. Alcuni uomini trovano una maniera perversa per esporre le proprie parti intime alle povere malcapitate sfruttando funzioni come Bluetooth o AirDrop, per inviare immagini non richieste alle donne del tavolo di fianco, su un autobus o in un centro commerciale.

Tra le vittime di queste molestie, vi è la giornalista Moya Sarner che su The Guardian ha provato a cercare le motivazioni che spingono gli uomini ad inviare le foto del loro pene.

La giornalista ha creato su Reddit, una discussione pubblica al fine di capire cosa ne pensa l’opinione pubblica sul fenomeno. In meno di 24 ore c’erano già più di 500 risposte che contenevano ‘ragioni’ ed ipotesi più o meno preoccupanti dietro questo fenomeno.

dicks pics foto pene in erezione

Dick Pics: Ecco le ragioni dietro al Cyber-Fashing

1. Lo fanno perché necessitano di “approvazione”
Dietro questa ragione c’è una forte componente di orgoglio maschile in cerca di consenso. Sicuramente, chi invia foto delle proprie parti intime non lo ammetterà mai, ma il suo gesto è dettato da un profondo senso di insicurezza riguardo la propria immagine nuda riflessa allo specchio. Quindi, inconsciamente, è una richiesta di approvazione, di apprezzamento da parte del mondo femminile.

2.Lo fanno per “animare la conversazione”
Qualche uomo ha giustificato le dick pics chiarendo che si trattava solo di un’espediente per risvegliare una conversazione che stava diventando noiosa: «Così o smettono di mandarmi messaggi o mi fanno scopare», ammette Dave.

3.Lo fanno perché: “Ritento, sarò più fortunato”
Poi vi è quello che sfida la sorte e si affida alla legge dei grandi numeri. In base alle sue statistiche, una donna su 1000 apprezzerà la sua dote artistica.

Dick Pics: Cosa ne Pensa l’esperto?

Lo psicologo e psicanalista Stephen Blumenthal, ci spiega che spesso dietro l’infanzia del molestatore ci sia un trauma che l’ha fatto sentire fuori controllo. Per questo motivo egli cerca di trovarsi dall’altra parte, «al posto di guida» adesso che è adulto. La sua unica preoccupazione è quella di suscitare, nella vittima, una sensazione di choc, sorpresa e disturbo. Lo specialista ha precisato che bisogna distinguere tra reati senza contatto e i reati di contatto e, tendenzialmente, chi commette i primi difficilmente arriva a commettere vere e proprie violenze fisiche.

Rimane comunque il dubbio nel caso dell’invio delle dick pics: il termine “offesa senza contatto” ha confini imprecisi perché la condivisione di una fotografia potrebbe ritenersi una concreta violazione del volere di un individuo o meglio, un assalto.