Il 6 febbraio 2024, una data importante poiché ricorre il 13° anniversario della “Giornata internazionale di tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili”.
In questo articolo cerchiamo di capire la situazione attuale e le statistiche rese note dall’Università Bicocca di Milano, che ci aggiornano sulle condizioni attuali delle vittime di infibulazione in tutto il mondo, i pericoli per la salute e i diritti delle vittime e le iniziative intraprese a livello nazionale e internazionale per porre fine a questa pratica.
“La Giornata Tolleranza Zero contro le mutilazioni genitali femminili, voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, rappresenta un’opportunità per gli Stati membri, per poter ribadire che la mutilazione genitale femminile è una pratica davvero inaccettabile e una violazione dei diritti fondamentali delle donne e delle ragazze”.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e altre organizzazioni umanitarie stanno cooperando al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e introdurre leggi che puniscono chi pratica o supporta l’infibulazione, per eliminare definitivamente tale forma di abuso sulle giovanissime donne. Inoltre, ci si muove anche per fornire supporto alle vittime, tra cui cure mediche, psicologiche e legali. Questi sforzi aiutano a ricostruire la vita delle vittime e a promuovere la loro riabilitazione e integrazione nella società.
La tolleranza Zero di Tutti contro le mutilazioni genitali femminili
Tolleranza Zero verso questa pratica significa condannare senza riserve questa forma di violenza di genere, comprendendo anche le conseguenze negative delle Mutilazioni genitali femminili e contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del sostegno alle vittime per poter ricostruire le loro vite.
La testimonianza di Chepatula, una donna somala che oggi ha 34 anni e che vive in Italia da 13 anni, vuole condividere con noi la sua terribile esperienza di mutilazione genitale femminile.
Chepatula spiega che è cresciuta in un villaggio della Somalia insieme alla sua famiglia: madre, padre, tre sorelle e due fratelli più grandi di lei. Quando aveva 14 anni, è stata sottoposta alla pratica della mutilazione dei genitali femminili, presso il villaggio in cui abitava.
I suoi occhi raccontano di un momento estremamente doloroso, che ha lasciato una profonda traccia emotiva su di lei. Ha raccontato delle complicazioni fisiche che ha affrontato dopo la procedura, compresi il dolore durante i rapporti sessuali con il suo attuale compagno e la difficoltà di avere figli in futuro.
Chepatula spiega che ha deciso di condividere la sua storia per sensibilizzare la società italiana sulla MGF e sull’impatto negativo dell’infibulazione sulla vita delle donne.
Mutilazioni dei genitali femminili, infibulazione: La situazione in Italia e nel mondo e le previsioni per il 2023
I dati provenienti da una ricerca condotta dall’Università Bicocca di Milano riferiscono che nel nostro Paese le donne vittime di mutilazioni genitali sono quasi 88.000.
“Basta questo numero a spiegare l’impegno scientifico, culturale e sociale della nostra associazione per dare a queste donne una soluzione chirurgica e medica in grado di migliorarne la salute e il benessere intimo,” dichiara Francesco Stagno d’Alcontres, presidente della SICPRE, l’unica società di chirurgia plastica riconosciuta dal Ministero della Salute.
I dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA) e dall’UNICEF raccontano di almeno 200 milioni di donne e ragazze nel mondo che stanno pagando le conseguenze di questa barbara forma di violenza, spesso effettuata dalla stessa famiglia della vittima per questioni di “onore” e terribili tradizioni popolari.
Si stima che nel 2024, esistano ancora una media di 4,2 milioni di bambine e ragazze che rischiano di subire queste pratiche disumane per la rimozione totale o parziale dei genitali esterni femminili, come clitoride, labbra e vagina, senza alcun motivo. Questa tortura è praticata, il più delle volte in maniera illegale, in case o capanne del villaggio, in condizioni igieniche precarie e senza anestesia, causando gravi danni fisici e psicologici alle vittime.
Che scopo può avere una forma di abuso come la mutilazione genitale femminile?
Le assurde motivazioni dell’infibulazione femminile vanno cercate nelle radici culturali e religiose di diverse culture dell’Africa subsahariana come Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan, del Medio Oriente e del Vicino Oriente. In queste culture, la mutilazione dei genitali femminili è considerata un rito di passaggio verso la maturità o un requisito indispensabile per il matrimonio. In altre culture, l’infibulazione è un modo per preservare la purezza e la moralità delle donne.
Conseguenze delle mutilazioni genitali femminili
Le conseguenze delle Mutilazioni dei Genitali Femminili sono molteplici e durature. Le vittime possono soffrire:
- dolori cronici,
- difficoltà durante il rapporto sessuale,
- problemi di incontinenza,
infezioni e complicazioni durante il parto, - ansia, depressione e traumi a lungo termine.
Quali Sono le Campagne contro la Mutilazione Genitali Femminili?
Nel mondo, sono state istituite diverse campagne internazionali e locali contro la mutilazione genitale femminile (MGF), con l’obiettivo di sensibilizzare la società. Ecco alcune delle campagne più importanti:
Oltre alla Campagna mondiale lanciata dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dall’Unicef nel 2008 con l’obiettivo di sensibilizzare la società e porre fine alla pratica entro il 2030, ricordiamo:
End FGM European Campaign: Questa campagna europea mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’infibulazione e a promuovere la protezione delle donne e delle bambine che sono a rischio.
Equality Now: Questa organizzazione internazionale si impegna a porre fine alla mutilazione dei genitali femminili e a promuovere la parità di genere attraverso la sensibilizzazione e l’advocacy.
Safe Hands for Girls: Questa campagna è stata lanciata in Kenya per sensibilizzare la società sugli effetti negativi della MGF e per promuovere la protezione delle bambine da questa pratica.