Cos’è
La gonorrea (detta anche blenorragia o, più comunemente, scolo) è causata dalla Neisseria Gonhorreae (o Gonococco di Neisser), un batterio che può insediarsi nell’apparato genitale, provocando un’infiammazione della cervice e della vagina nella donna, dell’uretra nell’uomo.
In quest’ultimo caso si parla di uretrite gonococcica. L’infezione può inoltre localizzarsi a livello anale (praticando sesso anale o diffondendosi dalla vagina al retto), nonché nella bocca e nella gola (tramite sesso orale). Oltre che per via sessuale, il contagio può talora avvenire in maniera indiretta; ad esempio venendo a contatto con della biancheria infetta.
La diagnosi si esegue attraverso un prelievo di muco dalla cervice e dall’uretra con successiva ricerca del batterio al microscopio.
Come si manifesta
Il periodo di incubazione va dai tre ai dieci giorni, dopodiché dovrebbero accendersi le prime spie di qualcosa che non va. L’uso del condizionale è d’obbligo dal momento che molti individui non presentano sintomi evidenti. Ciò è vero soprattutto per le donne e quando l’infezione colpisce il retto o la gola. A ogni modo le eventuali avvisaglie sono differenti tra il sesso maschile e quello femminile, fatta eccezione per la sensazione di bruciore durante la minzione, che è comune a entrambi.
Negli uomini la malattia si manifesta attraverso prurito, arrossamento del meato urinario (l’orifizio da cui esce l’urina), dolori ai testicoli e fuoriuscita di secrezioni prima sierose, poi mucopurulente. In assenza di un trattamento adeguato, può portare alla sterilità per danneggiamento dell’apparato riproduttivo.
Nelle donne i sintomi sono: perdite vaginali anomale, piccole emorragie e dolori nell’urinare. L’infezione può inoltre risalire dal collo dell’utero fino alle tube, causando così una salpingite (infiammazione di una o di entrambe le tube), talora associata a peritonite. Questa combinazione va sotto il nome di malattia infiammatoria pelvica o Pid (pelvic inflammatory disease), che spesso provoca danni permanenti a tube, utero e tessuti circostanti, con conseguente dolore cronico, infertilità e rischio di gravidanze extrauterine.
Se non curata, la gonorrea può persino diffondersi alle articolazioni, dando luogo alla cosiddetta artrite gonococcica.
Come si cura
La terapia è a base di antibiotici somministrabili per via orale o tramite iniezione intramuscolo. La guarigione è completa, rapida e definitiva.
Scoperto nuovo Ceppo Gonorrea
Si chiama H041 ed è stato scoperto in Giappone un nuovo ceppo di Neisseria gonhorreae. Questa scoperta è davvero importante, infatti analizzando il ceppo, i ricercatori dello Swedish Research Laboratory for Pathogenic Neisseria, hanno scoperto particolari mutazioni genetiche che rendono il germe resistente alle cefalosporine, la classe antibiotica normalmente utilizzata per curare la malattia.
In genere, confermata la diagnosi con l’analisi delle secrezioni intime, la cura prevede antibiotici per 6-8 giorni. La scoperta del superbatterio, però, apre nuovi e pericolosi scenari.
Gli autori dello studio, pensano che potrebbe rappresentare un pericolo per la salute pubblica: «Se è ancora troppo presto per dire se il nuovo ceppo si diffonderà, la storia della resistenza batterica suggerisce che potrebbe farlo rapidamente senza nuovi farmaci ad hoc e programmi efficaci di trattamento» ha dichiarato Magnus Unemo, alla guida dello studio, in un’intervista alla BBC.
Al momento non resta che evitare rapporti non protetti (quindi senza profilattico) con partner nuovi, occasionali o di cui comunque non si conosce perfettamente lo stato di salute.