L’ideologia gender non piace a Papa Francesco. Per lui la differenza dei sessi resta il pilastro fondamentale del disegno di Dio per la continuazione della umanità. Ecco cosa ha detto in occasione della XXIII Assemblea Generale dei Membri della Pontificia Accademia per la Vita.
Ricordate quando Papa Francesco, in viaggio in Africa, aveva dato la sua approvazione sul significato e il valore dell’uso del preservativo? Adesso si parla di ideologia gender ed è evidente che la Chiesa non ci sta. “Ciò che serve è un nuovo inizio, che dev’essere scritto nell’ethos dei popoli, e questo può farlo una rinnovata cultura dell’identità e della differenza. L’ipotesi recentemente avanzata di riaprire la strada per la dignità della persona neutralizzando radicalmente la differenza sessuale e, quindi, l’intesa dell’uomo e della donna, non è giusta”. Sono queste le parole di Papa Francesco che sembra ribadire il ruolo centrale della donna nella vita della società e della Chiesa. E proprio quanto le nazioni d’Europa, se non il mondo intero, va verso la valorizzazione della libertà d’amore e delle unioni civili, ecco la stoccata del pontefice.
Di fronte ai partecipanti alla XXIII Assemblea Generale dei Membri della Pontificia Accademia per la Vita, il papa ha detto: “Invece di contrastare le interpretazioni negative della differenza sessuale, che mortificano la sua irriducibile valenza per la dignità umana si vuole cancellare di fatto tale differenza, proponendo tecniche e pratiche che la rendano irrilevante per lo sviluppo della persona e per le relazioni umane. Ma l’utopia del neutro rimuove ad un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita. La manipolazione biologica e psichica della differenza sessuale, che la tecnologia biomedica lascia intravvedere come completamente disponibile alla scelta della libertà – mentre non lo è! –, rischia così di smantellare la fonte di energia che alimenta l’alleanza dell’uomo e della donna e la rende creativa e feconda”.
Contro la comunità Lgbt arriva anche il “Bus della libertà”, una iniziativa voluta da “CitizenGO” e “Generazione Famiglia” e sostenuta da Massimo Gandolfini, portavoce del Family Day noto per promuovere teorie riparative. Sulla fiancata dell’autobus arancione, il claim è: “I bambini sono maschi, le bambine sono femmine”. Il bus del gender partirà sabato 23 settembre e proseguirà fino sabato 30, da Roma arriverà a Firenze il giorno successivo, il 25 sarà a Milano, il 26 a Brescia, il 27 a Bologna, il 28 a Bari, il 29 a Napoli e infine il 30 il ritorno a Roma, dove è prevista una manifestazione.
Un’Italia divisa, ancora una volta. Nelle sale cinematografiche italiane, arriva il film “120 battiti al minuto” dedicato al movimento dei giovani parigini che hanno difeso il diritto d’amore e il sesso sicuro contro la diffusione dell’Aids.