Dopo innumerevoli prove e test, uno studio tutto italiano afferma: “il Punto G esiste, è un’area estesa chiamata CUV”.
C’era andato vicino Rocco Siffredi quando con un linguaggio parecchio lontano dallo scientifico disse: “il punto G cambia da donna a donna, non è un punto ben preciso ma si sposta”.
Il Punto G esiste ed occorre esplorarlo per conoscerlo:
La verità è che se cambia da donna a donna o sembra non esser mai nello stesso punto, è perché l’orgasmo viene indotto per effetto della stimolazione di un’intera area e non di un “punto”.
Clitoride, Uretra e parete Vaginale anteriore (CUV), costituiscono una dimensione complessa che varia da donna a donna e se stimolata genera piacere e l’orgasmo. Questa notizia potrebbe risultare estremamente positiva perché pur essendo una zona complessa e in fase di studio, è sicuramente più semplice cercare l’orgasmo avendo qualche notizia più precisa, piuttosto che ricercare il piacere sessuale tramite un punto che per la maggior parte delle persone risulta essere molto difficile da scoprire.
Va precisato che l’orgasmo giunge con la stimolazione del clitoride e che la parte interna della vagina (il punto G o area CUV appunto) partecipa all’aumento dell’eccitamento sessuale. Quindi, grazie alla stimolazione di tutti i punti che costituiscono l’area CUV, si ottiene l’apice del piacere.
Come vivono l’orgasmo oggi le donne?
La psicoterapeuta e sessuologa Nicoletta Suppa ci spiega:
“Le donne, oggi, hanno conquistato una sufficiente consapevolezza rispetto all’importanza dell’orgasmo nella loro sessualità. Mentre in passato, per fattori culturali e vecchi stereotipi, la donna era disposta a rinunciare al proprio piacere, oggi la sessualità femminile viene vissuta anche con un sano egoismo, che permette di dare valore al proprio piacere e non solo a quello del partner” prosegue “Si tratta di un processo di legittimazione di sé e della propria femminilità e anche un lasciar andare tabù legati ai ruoli di genere. La possibilità di vivere l’orgasmo con maggiore libertà è inoltre subordinata alla conoscenza di sé e delle proprie preferenze erotiche, comprese le fantasie sessuali. La donna oggi percepisce meno sensi di colpa rispetto al passato riguardanti l’autoerotismo, ad esempio, e questo aiuta molto la presa di consapevolezza rispetto alla propria sessualità. Tuttavia c’è ancora parecchia strada da fare, perché non tutte le donne sperimentano l’orgasmo a ogni rapporto e a molte capita ancora di fingere e di simularlo”.
Come trovare il punto G
Il punto G o meglio la zona CUV si trova nella parte superiore della vagina, ad appena 2-3 cm di profondità ed è la parte interessata durante la stimolazione manuale o durante la penetrazione.
Durante l’atto, alcune donne possono provare una sensazione fastidiosa, tutto dipende dal grado di tensione fisico e psicologico. Specialmente con la penetrazione, è possible percepire una sensazione simile allo stimolo ad urinare, questo significa che si è giunti nella parte principale per il piacere sessuale.
Può anche capitare che la sensazione ad urinare accompagni il cosiddetto “squirting” o eiaculazione femminile.
Una volta trovato il punto G sarà facile ripetere l’esperienza orgasmica, da sole o con il partner. per divertirsi un po’ e conoscere meglio i punti erogeni, possono essere utilizzati sex toys dedicati all’autoerotismo femminile. Se in coppia, si potrebbero sperimentare le seguenti posizioni: il classico missionario in maniera tale che lui possa roteare facilmente il bacino, l’amazzone al rovescio e il dog style.
Gli esperti in ultimo affermano che preservare l’integrità di questa zona, è fondamentale per non intaccare il piacere sessuale, quindi curare l’igiene intima e utilizzare il preservativo per prevenire malattie sessualmente trasmissibili.
Punto G: Secondo la ricerca
La ricerca sul punto G è stata condotta da un gruppo di studiosi dell’Università dell’Aquila e di Tor Vergata e pubblicata successivamente sulla rivista scientifica internazionale Nature Reviews Urology.
Attraverso un’ecografia eseguita sia in condizioni di riposo che durante il rapporto sessuale il gruppo di studiosi, in collaborazione con colleghi francesi e messicani, ha notato che per effetto di un’adeguata stimolazione, risponde un’area molto più estesa ribattezzata CUV. Da qui, il punto G si trasforma in una zona erogena facilmente individuabile e alla portata di tutte le donne.
Orgasmo Femminile: solo clitorideo?
Ancora oggi, in molti distinguono ancora tra orgasmo vaginale e di quello clitorideo. Ma esiste davvero tale differenza?
“La dicotomia tra orgasmo vaginale e clitorideo è ormai superata. In campo sessuologico si definisce orgasmo l’insieme di contrazioni ritmiche che riguardano la muscolatura perivaginale e che avvengono ogni 0,8 secondi a seguito del riflesso orgasmico. L’evento orgasmico nella donna è innescato dalla stimolazione diretta o indiretta del clitoride, un organo molto simile, per conformazione e funzionamento, al pene maschile. Quindi fisiologicamente esiste un solo tipo di orgasmo, che è quello clitorideo”
“La differenza tra la stimolazione clitoridea e vaginale sta esclusivamente nella diversa percezione del piacere avvertita dalla donna. Solitamente l’orgasmo provocato dalla stimolazione diretta del clitoride viene sperimentato come un piacere più acuto, mentre l’orgasmo con la stimolazione indiretta del clitoride attraverso la penetrazione viene percepito in maniera più profonda e diffusa. In entrambi i casi quindi il riflesso orgasmico dipende dal clitoride e ogni donna presenta una preferenza rispetto a una modalità o l’altra, preferenza che può anche cambiare con il tempo”.
Se qualche anno fa, le donne volevano conoscere il famoso “punto G” per provare l’orgasmo.
Oggi, sappiamo dai nuovi studi che non si tratta di un punto esatto, ma di un’area più estesa chiamata zona CUV che sta per zona “clitoride-uretra-vagina” e corrisponde a un’area interna alla vagina situata sulla parete interna anteriore.