Da eroi storici dei movimenti LGBTQ+ come i protagonisti dei tumulti di Stonewall, a celebrità e intellettuali contemporanei che celebrano la loro identità fluida, ecco un elenco di 10 figure emblematiche nel panorama gender fluid.
Mentre la lingua inglese ha adottato il pronome neutro ‘they/them’ per riconoscere le identità di genere non binarie, l’italiano cerca soluzioni come l’uso dell’asterisco o dello schwa per neutralizzare le desinenze di genere. È importante sottolineare, come fa l’Accademia della Crusca, che il genere grammaticale e il genere biologico sono due concetti distinti.
Le persone non binarie non si conformano rigidamente all’identificazione come maschi o femmine e spesso lottano per trovare parole che le rappresentino nel lessico comune. Questo è in netto contrasto con le persone cisgender, dove l’identità di genere è in linea con il sesso biologico. Va anche detto che non tutte le persone non binarie si identificano come transgender. Spesso, dietro queste identità c’è un percorso complesso e talvolta arduo di autocomprensione e rivendicazione.
Ecco alcuni tra i nomi più rappresentativi, passati e presenti, che hanno contribuito a tracciare questo sentiero di emancipazione, sia per se stessi che per la comunità:
Marsha P. Johnson: “Pay it No Mind”
Considerata la madrina dei moti di Stonewall, che il 28 giugno 1969 incendiarono New York in risposta ai continui raid della polizia nei bar gay, Marsha P. Johnson è stata una figura cardine nel movimento per i diritti delle persone gay e trans. Il suo motto “Pay It No Mind” (“Non pensarci, Non farci caso”) è ciò che soleva dire quando interrogata sul suo genere. La “P.” nel suo nome sta proprio per questa espressione, mentre il suo nome di nascita era Malcolm Michaels Jr.
Sylvia Rivera: La Seconda Molotov
Molto vicina a Marsha P. Johnson, Sylvia Rivera, una donna transgender di origini portoricane, è stata anche lei un simbolo dei moti di Stonewall. Anche se alcuni la accreditano di aver lanciato la prima molotov, lei stessa affermava: “Ho lanciato la seconda, non la prima.” Deceduta nel 2002, Rivera è stata spesso emarginata dalla comunità gay, ma il suo messaggio era chiaro: “Dobbiamo essere visibili. Non vergognarci di chi siamo.”
Alok Vaid-Menon: Oltre il Binarismo
L’artista e pensatore Alok Vaid-Menon, conosciuto semplicemente come Alok, sfida le convenzioni di genere attraverso una varietà di mezzi artistici. Nonostante le sfide e le aggressioni subite, Alok ha trovato nel mondo dell’arte un rifugio e una forma di espressione. “Fare arte mi ha dato il permesso di vivere,” afferma.
Sam Smith: Un Inno alla Libertà
Il cantante britannico Sam Smith, nonostante i numerosi premi e riconoscimenti, conta come sua più grande vittoria la liberazione personale attraverso la scoperta della propria identità non binaria. Dopo il suo coming out, anche i Brit Awards hanno cambiato la loro politica, eliminando le categorie di genere e puntando sull’inclusività. Con il suo ultimo album “Gloria,” Smith continua a essere un paladino dei diritti LGBTQ+ e della libertà di espressione.
Asia Kate Dillon: Pioniera della Rappresentazione Non Binaria in TV
Asia Kate Dillon ha fatto storia interpretando Taylor Mason, il primo personaggio non binario della televisione mainstream, nella serie TV “Billions.” Non diversamente dal suo personaggio, Dillon, 38 anni, non si identifica con nessun genere specifico, sfidando le norme di genere nel mondo dello spettacolo e ricevendo una nomination ai Critics Choice Awards come miglior attore non protagonista.”Genere Assegnato vs “Identità di Genere”
Il personaggio di Taylor Mason è stato un punto di svolta per Dillon nell’approfondire la sua comprensione della sua identità di genere. “Mi ha dato il linguaggio per esprimere un sentimento che ho avuto per tutta la mia vita”, ha dichiarato Dillon.
Tra i Pionieri Gender Fluid per l’Uguaglianza
Nel 2019, durante il 50° anniversario delle rivolte di Stonewall, la rivista Queerty ha incluso Dillon nella lista Pride50, riconoscendo il suo contributo alla promozione dell’uguaglianza e della dignità per tutti nella comunità queer.
Jacob Tobia: Un Memoir per l’Identità Non Binaria
Jacob Tobia, attivista non binario e scrittore, è diventato una figura di spicco nella comunità LGBTQ+, anche grazie al suo libro “Sissy: A Coming-of-Gender Story,” che educa sullo spettro delle identità non binarie.”Rappresentare l’Amore Non Binario”
Tobia ha esordito come attore nel cortometraggio “Valentine”, esprimendo la gioia di rappresentare l’amore non binario in modo così potente sullo schermo.
Janelle Monáe: Oltre il Binarismo
L’artista Janelle Monáe ha reso pubblica la sua identità non binaria per la prima volta durante lo show “Red Table Talk”, sottolineando la complessità del genere con la frase: “Dio è molto più grande del ‘lui’ o del ‘lei'”. La cantante americana nominata otto volte ai Grammy Awards, scopertasi attrice e vista nei film Moonlight, Il diritto di contare e Glass Onion – Knives Out, ha fatto così il suo coming out – anche se lei preferisce definirlo “coming in” -: «Semplicemente non mi vedo solo come una donna. Sento tutta la mia energia. “Sento che Dio è molto più grande del “lui” o del “lei””.
Monáe, che si era dichiarata pansessuale nel 2018, ha aggiunto: «Starò sempre con le donne nere. Ma vedo solo tutto ciò che sono, oltre il binario».
Jonathan Van Ness, parrucchiere genderqueer
Jonathan Van Ness, il parrucchiere americano star della serie tv Netflix Queer Eye, si identifica come non binario o genderqueer. Sebbene abbia affermato di preferire l’uso dei pronomi maschili ‘he/him’, ha anche usato i femminili ‘she/her’ e i neutri ‘they/them’ in modo intercambiabile. «Alcuni giorni mi sento uomo, poi altri giorni una donna». Eccolo quindi con barba, capelli lunghi curati, maglioncino delicato lilla e smalto colorato alle unghie. Oppure in baffi, barba ed abitino femminile sui red carpet.
Quando nel 2020 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che la discriminazione sul lavoro di persone Lgbt costituisce una violazione del Civil Rights Act del 1964, Van Ness ha descritto la sentenza come «un grande passo nella giusta direzione».
Ezra Miller, Flash in tacchi a spillo
Sicuramente affascinante, spesso sopra le righe, deflagrante ed enigmatico alle prese con varie noie legali per le sue intemperanze, Ezra Miller sarà presto il supereroe Flash dell’universo della DC Comics al cinema, dopo essere stato il giovane tormentato Credence Barebone della saga Animali Fantastici.
Classe 1992, sul set esuberante liceale gay in Noi siamo infinito (2012), figlio violento e diabolico in ..e ora parliamo di Kevin (2011), Miller è uno schietto paladino del gender fluid. L’identità, secondo lui, non è un binario ma uno spettro. Il suo neologismo? “Polycule”. Ovvero il mix delle parole “poliamore” e “molecola”, all’insegna di rapporti poliamorosi senza possessività, legati all’affinità di anime. E intanto sui red carpet sfoggia look vistosi e inneggianti alla fluidità sessuale, in tacchi a spillo e sgargiante make up.
«Non mi identifico come donna», ha detto. «Mi identifico a malapena come un essere umano».
Dal 2022 usa per sé il pronome “they/them”, “it” (pronome neutro e generalmente utilizzato in riferimento a cose, animali e piante) o il nuovo pronome neutro “zir”.