Il Comitato Olimpico ha stabilito severe conseguenze per atlete e atleti che non rispetteranno le limitazioni legate alle regole covid free e riducano i contatti non necessari al minimo indispensabile. Ma la distribuzione gratuita di preservativi in queste condizioni, pare stia creando danni ai produttori di profilattici che si sono impegnati a consegnare dei campioni omaggio per la promozione delle campagne di sensibilizzazione all’uso del preservativo.
Nelle Olimpiadi di Tokyo 2020, il Comitato Olimpico Internazionale ha introdotto delle rigide linee guida sul distanziamento fisico tra gli atleti partecipanti. Queste restrizioni limiteranno i contatti intimi tra atleti, e ciò sarà un problema per i produttori di preservativi.
Come mai?
Tutto inizia con le Olimpiadi di Seul del 1988 durante la quale si è deciso di distribuire centinaia di migliaia di preservativi gratis allo scopo di incoraggiare il sesso sicuro tra atleti e anche spettatori che arrivavano da ogni parte del mondo. Anche quest’anno, nonostante le restrizioni saranno distribuiti 160mila profilattici, questo potrebbe risultare una perdita per le case produttrici di condoms che ne risentiranno delle scarse interazioni intime tra atleti.
Nelle linee guida, infatti, viene sottolineato di «evitare ogni forma di contatto fisico non necessario», nel caso in cui gli atleti non rispetteranno le restrizioni potrebbero incorrere in multe, squalifiche o addirittura rischiare di perdere le medaglie.
Quale soluzione all’enorme perdita subita dai produttori di profilattici?
Il Comitato Olimpico ha specificato che i preservativi distribuiti verranno riportati dagli atleti e dalle atlete nei loro paesi di provenienza, in modo che possano continuare a sostenere la campagna di sensibilizzazione nei confronti dell’HIV anche a casa.