Come convincere tutti, dai più ai meno giovani, ad usare sempre il preservativo?
La domanda da molti milioni di dollari è da decenni al centro del dibattito del mondo scientifico. Nel tempo si è provato ad inventare di tutto: preservativi profumati, ultrasottili, stimolanti, no-latex, vegani, riscaldanti o rinfrescanti, ad effetto ritardante. Tutti ottimi prodotti, che però, pur riuscendo ad arginare il disamore di massa verso i rapporti protetti, non hanno ottenuto il risultato sperato, soprattutto tra i giovani. Quasi il 50% dei ragazzi sessualmente attivi di età compresa tra i 16 ed i 24 anni non fa sesso protetto, nemmeno quando incontra un nuovo partner.
Perché? Tra le scuse più comuni c’è la scarsa praticità dei condom, che “si asciugano” troppo presto rendendo il sesso poco piacevole.
Così la Boston University ha sviluppato un nuovo materiale, dando vita ai primi preservativi autolubrificanti della storia.
I condom sviluppati dai ricercatori americani, sono realizzati con un materiale particolarmente innovativo: resistente ma al contempo in grado di perdere ogni attrito e diventare scivolosi al contatto con i fluidi corporei. Cosa cambia rispetto ai tradizionali lubrificanti, che pure, secondo uno studio condotto dall’Università dell’Indiana, sono indispensabili per il 65,5 della popolazione sessualmente attiva? Secondo il team di Boston, che da anni studia il caso, i lubrificanti tradizionali non sarebbero poi così ineccepibili, per via di una composizione chimica che ne impedisce la totale diluizione con i fluidi fisiologici. Con i preservativi autolubrificanti si potrebbe pertanto ottenere di più, evitando ai partner di ungersi come teglie da forno, ripetutamente, per evitare i dolori causati dallo sfregamento.
Testando il nuovo prodotto, i ricercatori hanno invitato i partecipanti a confrontare un preservativo in lattice non rivestito, in lattice lubrificato e in lattice autolubrificato. E tutti, nessuno escluso, hanno preferito, pur non conoscendo le differenze, il nuovo materiale, segno di un forte interesse per il prodotto, che ora attende l’approvazione ufficiale da parte del massimo organismo di controllo sui dispositivi sanitari americani, la Food and Drug Administration.