Ne è affetto circa il 9% della popolazione mondiale, eppure il tema resta un tabù: il “pene curvo”, un disturbo della disfunzione erettile non patologico, è più comune di quanto si pensi. Ma pochi, pochissimi ne parlano.
Chi è affetto da pene curvo in erezione, non deve solo subire le conseguenze di un disagio funzionale e di un imbarazzo estetico difficile da condividere. Deve anche fare a volte i conti con veri e propri dolori fisici durante i rapporti, che per questo diventano difficili, impacciati, poco gradevoli.
Pene curvo: da cosa si origina?
Se il tuo pene tende a deviare da una parte durante l’erezione e ti stai chiedendo come sia possibile, sdevi sapere che si tratta di un disturbo definito “pene ricurvo”. Meglio conosciuto come Malattia di La Peyronie, il pene curvo oltre ad un motivo di imbarazzo estetico è un problema anche per la vita sessuale.
Soffrendo di questo disturbo, puoi avere sperimentato una penetrazione difficile e dolorosa, eiaculazione precoce, disfunzione erettile, accorciamento del pene che non hanno aiutato la tua autostima e la tua attività sessuale.
A cosa è dovuto il problema del pene curvo?
Il disturbo da “pene curvo” non ha una unica spiegazione e nemmeno un unico modo di presentarsi. Può avere diversi gradi di importanza ed essere congenito oppure acquisito. Non è però una malattia, tanto meno è contagioso.
Può scaturire da un trauma subito durante un rapporto, da un difetto ereditario, essere correlato ad altre patologie come il diabete, insorgere a causa di disturbi neurologici o ancora essere la conseguenza della “malattia di La Peyronie”, una fibrosi che riguarda il tessuto connettivo che avvolge i testicoli e che accorcia, curva e “calcifica” il pene in qualche direzione.
Nel 3% dei casi con il pene curvo ci si nasce, ma solo nell’adolescenza, quando il corpo si prepara ai primi rapporti, si manifesta. Ma la maggior parte delle volte il pene curvo si acquisisce a seguito di un trauma.
Pene curvo: per gli italiani spesso è colpa del sesso troppo focoso
Che gli italiani fossero focosi e passionali, lo voleva già la tradizione. Che lo fossero al punto da diventare irruenti e farsi male, non lo aveva mai creduto nessuno. Il Centro di Chirurgia Genito-Urinaria della Clinica Sanatrix di Roma, ha invece scoperto che il 10% della popolazione maschile italiana è affetto da pene curvo, e che nella gran parte dei casi lo è a causa della sua impetuosità sotto le lenzuola.
Alla base del disturbo ci sarebbero difatti veri e propri micro-traumi alla tonaca albuginea (la guaina che contiene i corpi cavernosi) provocati da un’attività sessuale troppo energica. Gli uomini si provocherebbero piccole fratture successive durante la penetrazione a causa dello scivolamento troppo rapido dalla vagina. Frattura dopo frattura, attorno al pene si creerebbe un tessuto fibroso che non è facile eliminare.
Pene curvo: come si cura?
Per curare il pene curvo, di cui si sa ancora troppo poco anche in campo scientifico, non esistono vere e proprie terapie risolutive. L’unica strada sicura, ad oggi, è il raddrizzamento tramite chirurgia.
Sono tre le tecniche al momento utilizzate e nessuna è esente da possibili complicazioni: il ripiegamento (plicatura) del tessuto della tonaca albuginea, l’innesto di tessuto nella parte concava del pene e l’intervento di Nesbit, con cui si accorcia la parte più lunga del pene.
Nel caso di Malattia di Peyronie è stata però provata l’efficacia della collagenasi di Clostridium histolyticum (CCH), una sostanza che viene iniettata per due volte nella parte fibrosa prima di bendare l’organo per alcune settimane. A distanza di sei mesi la metà degli uomini sottoposti al trattamento, in uso come alternativa alla chirurgia solo in America, è riuscita a risolvere il problema.
La durata della degenza post operatoria dipende dall’entità del danno: quanto più è importante la curva, tanto più lunga sarà il ritorno ad una vita – anche sessuale – normale.