Si chiama PrEP, ovvero profilassi pre – esposizione, ed è una terapia antiretrovirale che evita il contagio da Hiv nelle persone ad alto rischio.
In Italia è una realtà da ottobre 2017 e si acquista in farmacia dietro prescrizione di uno specialista.
Il prezzo del farmaco originale, una pillola blu nota con il nome di Truvada, è di oltre 700 euro a confezione, ma da ottobre 2017 sono disponibili versioni generiche di PrEP al prezzo di circa 115 euro.
Come funziona la PrEP
La PrEP è una terapia orale e funziona tramite associazione, in un’unica compressa, di due medicinali – Tenofovir DF ed Emtricitabina – noti e utilizzati da tempo nel trattamento dell’HiV.
La PrEP va assunta quotidianamente per una protezione totale ma può essere assunta anche quando serve (una prima settimana di dosaggio giornaliero, più due pillole di PrEP prima di fare sesso, una a 24 ore dal rapporto ed un’altra trascorse ulteriori 24 ore).
Riduce quasi a zero il rischio di contagio da Hiv ma non previene da altre malattie a trasmissione sessuale come invece fa un comune, economico e sicuro preservativo.
Prima di iniziare un trattamento è indispensabile fare un test Hiv, perché in caso di sieropositività, l’assunzione di PrEP potrebbe sviluppare resistenza alla terapia di trattamento dell’infezione.
Gli studi dimostrano che senza preservativo aumenta il rischio di altre patologie sessualmente trasmissibili
A cinque anni dall’introduzione negli USA (luglio 2012) del farmaco PrEP, che per l’Italia è ancora una novità, un primo studio realizzato congiuntamente dall’AIDS Healthcare Foundation di Los Angeles, dalla divisione di malattie infettive della David Geffen School of Medicine dell’Università di California e dalla AIDS Healthcare Foundation di Los Angeles, fa il punto della situazione, dimostrando che la sperimentazione di Truvada (PrEP) non ha portato ai risultati sperati: da un lato la difficoltà di accesso alle prescrizioni (ad oggi il Truvada è stato prescritto solo a 125.000 persone, contro uno stimato fabbisogno di 1,2 milioni di terapie), dall’altro l’aumentata incidenza di altre infezioni sessualmente trasmesse preoccupano il mondo della scienza.
Cosa è accaduto? Che non utilizzando il preservativo, che è l’unico metodo contraccettivo sicuro al 99,9% e che previene da tutte le malattie sessualmente trasmissibili, il 35% delle persone che assumevano la PrEP, dopo un anno di terapia aveva contratto almeno in una occasione Gonorrea o Chlamydia. La metà di loro aveva contratto più volte una infezione.
«Come temevamo, la PrEP ha confuso le idee – spiegano i medici – inducendo a credere che, abbassandosi la soglia di rischio di Hiv, diventa genericamente sicuro avere rapporti non protetti. Questo non significa che la prevenzione farmacologica dell’infezione non sia un importante traguardo, ma che sono necessari ulteriori passi avanti prima che la terapia abbia successo senza provocare altre conseguenze svantaggiose».
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