Secondo una stima recente, 5 miliardi di preservativi sono acquistati e poi buttati via dopo l’utilizzo ogni anno, rappresentandouna delle principali fonti di spreco più importante per il nostro pianeta. Ma esistono modi alternativi, etici ed ecologici per utilizzare i profilattici in maniera eco-friendly? Ne parliamo in questo articolo.
Quanto possono essere dannosi, per l’ambiente, i preservativi usati?
La maggior parte delle marche convenzionali di preservativi non produce prodotti biodegradabili e, pertanto, la maggioranza dei preservativi in lattice possono avere un impatto negativo sull’ambiente. Seppure il lattice deriva naturalmente dagli alberi, i classici preservativi non sono prodotti con gomma naturale pura al 100% ma potrebbero una miscela di lattice derivato dalla gomma naturale con lattice sintetico chiamato poliisoprene , anch’esso non biodegradabile.
Stessa valutazione può essere fatta per i preservativi in poliuretano, realizzati con un materiale specifico per essere anallergici. Il poliuretano è un tipo di plastica non biodegradabile che è ricavato dalla lavorazione del petrolio, seppure siano utili alternative per coloro che soffrono di allergie al lattice, non sono del tutto eco-frienndly e biodegradabili.
Alcuni marchi di scarsissima qualità potrebbero omettere che nei loro profilattici sono contenuti ingredienti come stabilizzanti, conservanti e agenti indurenti, che possono portare a un’ulteriore compromissione della decomposizione dei preservativi una volta utilizzati e smaltiti.
I preservativi normali, come detto diverse volte, contengono caseina, un sottoprodotto animale derivato dal latte di capra o lattiero-caseario, il che significa che non sono adatti ai vegani e non sono nemmeno cruelty-free.
Esistono marchi di preservativi ecologici?
Alcune marche di profilattici hanno sviluppato tipi di preservativi più sostenibili e biodegradabili. Si tratta di profilattici ecologici e privi di tossine, realizzati in lattice naturale per un commercio equo e solidale. Questi prodotti non contengono nitrosammina (un ingrediente presente in molti preservativi che è stato associato ad effetti cancerogeni), sono imballati in carta riciclabile.
I marchi di preservativi più sostenibili Fair Squared , un marchio di preservativi vegani che utilizza anche lattice naturale e gomma del commercio equo e solidale. Fair Squared è stato inoltre testato secondo il più alto standard internazionale possibile ISO 4074, che è una garanzia della sicurezza e della qualità dei loro preservativi.
Vi sono anche altre tipologie di preservativo che includono una scelta sostenibile per il pianeta.
Abbiamo parlato negli anni scorsi di Natex come la prima società al mondo a produrre dei preservativi ecologici. Un’azienda che ha avuto radici in Brasile, per l’esattezza nella città di Xapuri, nella foresta amazzonica. I preservativi della Natex sono prodotti solo con il lattice estratto dai seringueiras, alberi autoctoni della zona. Inoltre, il prodotto finale è distribuito gratuitamente dal ministero della Sanità brasiliano, all’interno di un programma di prevenzione verso l’Aids e le varie MTS.
In più, la Natex da lavoro a 150 persone e 700 famiglie di seringuiero che traggono il loro sostentamento dall’estrazione del lattice. Si alimenta in questa maniera la produzione sostenibile e allo stesso tempo si permette a più famiglie di sostenere una vita migliore. Obiettivo della Natex è la produzione e la distribuzione di 100 milioni di eco-condom nel nord e nel entro del Brasile, coprendo il 20% della domanda interna.
Come smaltire responsabilmente i preservativi?
Indipendentemente dal tipologia di preservativo scelto, è importante che i preservativi non vengano gettati nel water (o sul luogo in cui si è consumato il rapporto). Ciò può portare a conseguenze devastanti per i sistemi fognari, l’ambiente, i corsi d’acqua e la vita acquatica. Ricorda che i preservativi, dopo l’utilizzo, devono essere responsabilmente gettati nella spazzatura.