Il Cattolicesimo è la religione che conta il maggior numero di seguaci in Italia. Sono ben 52 milioni, quasi l’88% della popolazione complessiva, ma solo una minima parte si attiene alla ferrea disciplina dettata dal Vaticano in materia di morale sessuale. Fedeltà e soprattutto castità sono concetti perlopiù estranei alle abitudini dei credenti, mentre l’uso del preservativo rappresenta una pratica comune nonostante l’espresso divieto delle alte gerarchie ecclesiastiche.
L’ampio seguito non garantisce dunque alla Chiesa di Roma il controllo sulla sfera intima dei singoli. Il punto è che gli stessi fedeli faticano ad accettare una forma di ingerenza tanto pesante, auspicando un atteggiamento più liberale da parte di chi dovrebbe guidarli lungo il cammino spirituale. Atteggiamento liberale che, al contrario, si riscontra in quasi tutti i gruppi non cattolici presenti sul territorio nazionale, che noi di Comodo.it abbiamo provato a contattare per verificarne l’orientamento.
Alcuni ci hanno risposto, altri no. Le informazioni raccolte hanno comunque portato alla conclusione che il preservativo non sia osteggiato dalle confessioni di minoranza, anche in virtù della sua funzione di barriera contro le malattie a trasmissione sessuale.
Le comunità religiose operanti nel nostro paese, infatti, sono in larga misura favorevoli ai metodi anticoncezionali o, se non altro, lasciano che siano i singoli individui a valutare secondo coscienza l’opportunità di farvi ricorso.
La nostra ricerca ha coinvolto le principali organizzazioni rientranti nell’orbita del Cristianesimo (chiese protestanti, Chiesa Ortodossa, testimoni di Geova) e le grandi religioni che vantano una presenza ormai consolidata sulla penisola (Ebraismo, Islam, Buddismo, Induismo).
Le chiese protestanti in Italia
Il Protestantesimo è una corrente del Cristianesimo che annovera circa 700 mila fedeli in Italia, divisi in una moltitudine di chiese e confessioni. Con alcune di queste (Tavola Valdese, Assemblee di Dio in Italia, Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno, Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia e Chiesa Evangelica Luterana in Italia) lo Stato ha stretto delle intese approvate con legge ai sensi dell’art. 8 della Costituzione.
Le stesse chiese partecipano alla ripartizione dell’otto per mille del gettito Irpef e sono riunite nella Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei).
La posizione del Protestantesimo in materia di contraccezione (e quindi di preservativi) può essere riassunta dal seguente brano, che abbiamo estrapolato dal testo Desiderio e tenerezza. Una teologia della sessualità, scritto da Erich Fuchs e gentilmente fornitoci daun pastore della Chiesa Valdese:
… Pertanto la decisione spetta ai coniugi in prima persona; la chiesa non deve imporre loro un comportamento, ma soltanto ricordare loro in nome di che cosa la loro decisione deve essere presa.
Dai cristiani evangelici noi ci aspettiamo:
- che, coscienti della loro responsabilità dinanzi a Dio, decidano insieme se vogliono e in che modo vogliono «pianificare» la loro famiglia;
- che ambedue i coniugi cerchino insieme, in un atteggiamento di reciproca comprensione e dopo eventuale consulto di un competente, il metodo che arrechi il minor disturbo all’equilibrio dell’unione coniugale.
… In pratica, le coppie protestanti hanno ammesso senza difficoltà l’uso degli anticoncezionali, senza aver avuto con ciò l’impressione di tradire la loro vocazione cristiana o umana. Perciò l’opinione pubblica protestante ha avuto tanta difficoltà a capire il rifiuto cattolico nella forma espressa dall’enciclica Humanae Vitae. Il problema della contraccezione mette dunque in evidenza due discorsi diversi sulla sessualità, sul ruolo della chiesa e sul riferimento ultimo della condotta morale”.In generale, il Protestantesimo non considera dunque amorale il ricorso ai metodi anticoncezionali. Qualcosa in più vorremmo aggiungerla, poi, sulle singole chiese evangeliche con cui lo Stato ha sottoscritto un’intesa approvata con legge, anche se non tutte hanno avuto la bontà di rispondere alla nostra richiesta di informazioni. Ecco una breve carrellata.
Chiesa Evangelica Valdese
La Chiesa Evangelica Valdese, che dal 1975 integra la Chiesa Metodista, opera da quasi un millennio in Italia, dove conta qualcosa come 30 mila membri. Non nutre alcun pregiudizio ideologico o teologico nei confronti del preservativo, sia per ragioni igienico-sanitarie che per ragioni di contraccezione. Tale permissivismo è confermato dall’eloquente slogan associato alla campagna informativa 2007, che recita: “Un pozzo per l’acqua, un profilattico contro l’Aids, un sorriso alla vita”.Assemblee di Dio in Italia (Adi)
Forti dei loro 400 mila adepti, le Assemblee di Dio in Italia costituiscono la più significativa presenza protestante sul territorio nazionale. Rientrano tra le chiese cristiane evangeliche di stampo pentecostale e operano soprattutto nel meridione (la maggior concentrazione di fedeli è in Sicilia). Il ricorso al preservativo e ai metodi anticoncezionali in genere non è oggetto di una posizione ufficiale. Le Assemblee di Dio, infatti, ritengono che una simile scelta faccia parte della sfera privata dell’individuo, e come tale vada lasciata alla coscienza dei singoli.
Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno (Uicca)
L’Italia è stato il primo paese europeo ad accogliere l’Avventismo. Accadeva qualcosa come 130 anni fa e, da allora, questa religione è cresciuta fino a raggiungere gli attuali 25 mila membri.
La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno è quella che più si è sbilanciata in tema di contraccezione, tanto da produrre, nel 1999, una dichiarazione di orientamento (gentilmente inviataci) che risponde agli interrogativi dei fedeli sull’adozione degli strumenti di controllo delle nascite. Partendo dai principi che hanno una base biblica, tale documento si propone di aiutare le coppie credenti ad assumere una decisione oculata, confidando nell’intelligenza e nel senso di responsabilità dell’individuo.
In generale gli avventisti considerano moralmente accettabili i metodi anticoncezionali dal momento che, nel disegno divino, il fine dell’atto sessuale non è solo la procreazione, ma anche l’unità nel matrimonio. Infatti: “Le Sacre Scritture non proibiscono alle coppie sposate di godere delle gioie delle relazioni coniugali, pur prendendo misure per prevenire la gravidanza” (Il controllo delle nascite: una Dichiarazione di orientamento degli Avventisti del 7° Giorno – 29 settembre 1999 – Silver Spring, Maryland, Usa).Altro principio che gli avventisti richiamano nell’intento di legittimare il ricorso ai mezzi di controllo della fertilità è la libertà di scelta dei coniugi, come si evince da questo passo della loro Dichiarazione: “Per quelli che scelgono di mettere al mondo dei bambini, la scelta di procreare non è senza limiti. Molti fattori devono contribuire a influenzare la loro scelta, come la capacità di provvedere alle necessità dei bambini; la salute fisica, emotiva e spirituale della madre e degli altri che dovranno prendersi cura dei bambini; le circostanze sociali e politiche nelle quali i bambini verranno a nascere; la qualità della vita e le risorse globali disponibili”.
Il discorso cambia quando si parla di rapporti prematrimoniali ed extraconiugali. Gli avventisti considerano “dannoso e immorale” il sesso fuori dal matrimonio e ritengono che l’ampia disponibilità dei metodi anticoncezionali possa incoraggiare tale pratica. D’altra parte riconoscono che il ricorso agli stessi possa “ridurre i rischi di malattie trasmesse sessualmente e/o di gravidanze indesiderate”.
Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (Ucebi)
Sorta nel 1956, l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia riunisce su base volontaria circa 120 chiese evangeliche battiste sparse sul territorio nazionale, per un totale di 15 mila membri. Questa organizzazione religiosa non ha risposto alla nostra richiesta di informazioni, ma siamo riusciti a recuperare una recente dichiarazione del suo presidente, Anna Maffei.
La severa critica da lei rivolta alla Chiesa Cattolica è sintomatica di come anche i battisti siano piuttosto tolleranti in materia di contraccezione. Queste le sue parole: «Io credo che, come ampiamente dimostrato da tante inchieste, le posizioni ufficiali della gerarchia cattolica non siano in realtà condivise da molti cattolici praticanti (che sono una piccola minoranza) e, soprattutto, non siano messe in pratica dalla stragrande maggioranza del popolo cattolico, che ha sempre dimostrato molta autonomia in campo etico. Le questioni relative alla contraccezione sono l’esempio più lampante, ma non l’unico».
Chiesa Evangelica Luterana in Italia (Celi)
I Testimoni di Geova sono presenti sin dal 1903 in Italia, dove li rappresenta la Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, un ente morale dotato di personalità giuridica che conta 500 mila membri e al quale lo Stato ha riconosciuto per legge lo status di confessione religiosa. Secondo una ricerca condotta nel 2002 dal Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni), i Testimoni di Geova costituiscono la seconda religione del paese per numero di fedeli.Ciò considerando solo i cittadini italiani. Calcolando anche gli abitanti stranieri, sono invece al terzo posto, preceduti dai musulmani, oltre che dai cattolici.
“La Bibbia condanna forse il controllo delle nascite? No, non lo condanna. È una scelta che spetta alla coppia. Se una coppia di sposi decide di praticare il controllo delle nascite, la scelta dei contraccettivi è una sua questione personale… Le coppie, perciò, possono fare scelte diverse in relazione alla pianificazione familiare. Alcune possono desiderare di limitare il numero dei figli che avranno. Altre, usando qualche metodo contraccettivo, possono decidere di non avere nessun figlio… Quanti figli avere, se molti, pochi o nessuno, è una decisione personale della coppia. È anche una decisione importante, che ha effetti di vasta portata. Sarebbe saggio che le coppie sposate soppesassero la questione attentamente e in preghiera”.
L’Ebraismo
La religione più antica in Italia è l’Ebraismo, di cui a Roma è segnalata una presenza ininterrotta sin dai tempi precedenti alla comparsa del Cristianesimo. Gli ebrei sul territorio della penisola sono circa 45 mila e si raggruppano nell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha sottoscritto con lo Stato un’intesa approvata con legge ai sensi dell’art. 8 della Costituzione, partecipando alla ripartizione dell’8 per mille del gettito Irpef.Cattolicesimo a parte, l’Ebraismo è la religione che maggiormente si distingue per la contrarietà all’uso del preservativo e dei metodi anticoncezionali in generale. Prova ne sia il passo seguente, tratto da 40 secoli di calvario in attesa del Messia (Chi sono gli ebrei?), di Gian Piero Piazza: “Poiché lo scopo del matrimonio è la procreazione, le leggi rabbiniche ammettono la contraccezione solamente nel caso che la gravidanza rappresenti un pericolo per la vita della sposa e condannano ogni forma di perversione sessuale”.L’unica eccezione al divieto di adoperare il preservativo (anche se, per quanto ci risulta, gli ebrei preferiscono il ricorso ai contraccettivi femminili) è dunque costituita dagli eventuali rischi che la gestazione può provocare per la salute della donna sposata.
L’Islam
L’Islam è la seconda religione in Italia per numero di fedeli, anche se la quasi totalità degli stessi proviene da altri paesi. Secondo le statistiche più recenti (gennaio 2005), i musulmani rappresentano il 34% dei 2.400.000 immigrati regolari residenti nella penisola, per un totale di 820 mila unità. A questa stima andrebbero aggiunti, però, altri 100-150 mila soggetti che vivono in Italia come clandestini.In via di principio l’Islam sarebbe contrario alla contraccezione poiché l’uomo e la donna sono invitati a riprodursi e ad accogliere come doni divini i figli che nascono dalla loro unione. Allo stesso tempo, tuttavia, sostiene che lo scopo dell’atto sessuale non sta solo nella procreazione, ma pure nel piacere. Inoltre riconosce che, di fronte a determinate circostanze (problemi di salute, particolare contesto sociale, prole già numerosa, impossibilità di sopperire ai bisogni dei bambini, ecc.), la coppia possa legittimamente porsi la questione della contraccezione. Tali situazioni, che vanno comunque studiate caso per caso, possono autorizzare il ricorso alla contraccezione, a patto che non favoriscano atteggiamenti egoisti, frivoli o contrari alla morale islamica.
Il Buddismo e l’Induismo
Nel corso del XIX e del XX secolo si sono diffusi in Italia alcuni movimenti religiosi di origine orientale come Buddismo e Induismo. Il primo conta oltre 100 mila credenti sul territorio nazionale, il secondo ne conta circa 75 mila. I buddisti sono suddivisi in due associazioni, entrambe riconosciute ufficialmente dallo Stato: l’Unione Buddista Italiana (70 mila aderenti) e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai (33 mila aderenti). Gli induisti sono invece riuniti nell’Unione Induista Italiana, anch’essa riconosciuta dallo Stato.Entrambi basati sul concetto di non violenza e sul rispetto per tutte le forme di vita, i due movimenti religiosi ammettono la contraccezione (e quindi anche l’uso del preservativo) proprio perché non comporta alcun atto di crudeltà verso una creatura vivente.
Dalle news di Comodo.it
27/02/2008 New York, gli ebrei dichiarano guerra ai condom gratis18/04/2007 La Chiesa Valdese finanzia la diffusione dei preservativi