Intelligenza, sensibilità, ma anche vulnerabilità. La donna è tutto quanto questo e molto altro. Noi lo sappiamo bene. Ed è per questo che in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della donna, abbiamo dedicato a tutte le donne uno speciale che raccoglie informazioni e curiosità sulla sessualità vaginale a 360 gradi. Ma soprattutto, abbiamo colto l’occasione per parlare del ”preservativo vaginale”, la nuova frontiera della prevenzione pensata per il gentil sesso.
Lo abbiamo fatto con Serena Fiorletta, antropologa e responsabile della comunicazione per Aidos, una delle Ong che fanno parte dell’Osservatorio italiano sull’azione globale contro l’Aids. Ecco com’è andata l’intervista.
(Nella foto Saba Anglana cantante e testimonial dell’Osservatorio Italiano sull’Azione Globale contro l’Aids)
Il preservativo vaginale prende piede in America, anche se a primo acchito molti tendono a farsi una risata. Voi cosa ne pensate? Le donne dovrebbero usarlo?
Pensiamo che il condom vaginale debba quantomeno essere reso disponibile e le donne e le ragazze dovrebbero essere informate dell’esistenza di questo ulteriore metodo contraccettivo, per poter scegliere se usarlo o meno. La sua efficacia è garantita sia per la prevenzione di gravidanze indesiderate, che per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili.
Può questo nuovo strumento di prevenzione diventare il simbolo della indipendenza sessuale vaginale? Se sì, perché è ancora così poco conosciuto?
Sicuramente uno dei vantaggi del condom vaginale è il controllo che le donne possono avere sul proprio corpo e la propria sessualità. Viene infatti usato dalla donna e può essere messo anche molte ore prima del rapporto. Rendendosi autonome da ogni negoziazione sull’uso della contraccezione le donne sono meno vulnerabili. Ma il problema è più che altro culturale, il tabù della sessualità resta e per questo se ne parla ancora poco e in Italia è difficile da reperire e quasi del tutto assente dai consultori ginecologici. Inoltre è molto costoso e questo significa che è anche poco fruibile da parte delle più giovani.
Secondo un recente articolo di Repubblica.it, gli italiani preferiscono i rapporti non protetti. I dati Istat dicono che il fenomeno delle gravidanze indesiderate negli ultimi tre anni è in leggero calo, ma allo stesso tempo diminuiscono sempre di più le nascite. Ora, considerando la situazione attuale, qual è il messaggio che dovremmo diffondere alle giovani donne?
Alle giovani donne è necessario dare gli strumenti per prevenire: educazione sessuale nelle scuole fin dai primi anni, educazione sentimentale che implica il rispetto per il proprio corpo e quello dell’altro, consapevolezza dei propri diritti. Purtroppo in questo momento in Italia stiamo assistendo ad un attacco enorme sui diritti sessuali e riproduttivi, ad esempio la legge 194 non è di fatto applicata, fra obiezione di coscienza e aumento della sanzione per gli aborti clandestini, a cui spesso ricorrono le più giovani o le migranti che non sono accolte nelle strutture pubbliche.
Ragazze e donne sono i soggetti maggiormente colpiti dalle malattie sessualmente trasmissibili, in particolare dal virus Hiv. Sulla base degli ultimi dati diffusi in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, cosa significa oggi la possibilità di un nuovo contraccettivo non invasivo per l’organismo?
Per diversi motivi le donne sono da 3 a 8 volte più vulnerabili degli uomini all’HIV, prevenire anche con l’uso maggiore del preservativo fvaginale sarebbe importante, soprattutto nei paesi più colpiti dove l’Hiv è la principale causa di morte delle donne in età riproduttiva e le ragazze rappresentano più dell’80 per cento di tutte le nuove infezioni da Hiv tra gli adolescenti.
Quali sono le vostre iniziative di sensibilizzazione a riguardo?
AIDOS nel 2012 – 2013 ha partecipato ad una Campagna internazionale a favore del condom vaginale, portando in Italia la campagna dal titolo Paper Doll. Protagonista era Zawadi, una bambola di carta su cui le persone potevano scrivere il proprio messaggio spiegando perché c’è bisogno di condom femminili e inviarle a AIDOS. Hanno partecipato moltissime associazioni della società civile a cui sono state spedite le bamboline necessarie per organizzare iniziative autonome in tutta Italia, poi tutte le bamboline compilate sono state spedite in sede. Alla fine ne abbiamo raccolte circa 2000 e con tutte le realtà che hanno contribuito abbiamo fatto un flash mob a Roma creando una fila lunghissima di bamboline e quindi di richieste di condom e diritti per donne e ragazze. La LILA è stata una delle associazioni fondamentali per la riuscita dell’iniziativa e che fa da anni informazione anche sul condom femminile.