Ha un nome esotico nuovo di zecca, ma è vecchio quanto il sesso. Si chiama Rough Sex, letteralmente sesso duro, e per alcuni è un modo diverso per risvegliare il piacere e rinsaldare il legame di coppia. Per altri, invece, è solo un modo molto pericoloso per sfogare gli istinti primordiali con un partner che mostra di gradire.
La prima regola del Rough Sex, in effetti, è il consenso di chi lo pratica, perché questo approccio al sesso selvaggio, privo di regole predefinite, prevede che chi lo pratichi sia disposto ad eliminare tutti i fronzoli per lasciare spazio all’essenza animalesca dell’atto sessuale.
Come nasce il rough sex: il sesso spinto
Da uno studio condotto e pubblicato su Evolutionary Psychological Science (Burch & Salmon, 2019) su un campione costituito da 734 studenti universitari sia maschi che femmine, si evince che il sesso spinto o violento sia preferito al sesso definito “tipico o classico”. Tra le pratiche del Rough Sex troviamo: tirare i capelli, mordere il partner, stringere la gola, sculacciare, e tanti altri gesti considerati violenti che devono essere sempre condivisi e accettati da entrambi i partner.
Ma perché alcune persone preferiscono il sesso violento?
Le risposte possibili sono due: la gelosia e il desiderio di novità.
Per quanto possa essere scabroso o socialmente inaccettabile, il Rough Sex piace propria per la sua risposta definita da molti: liberatoria, senza freni, senza preamboli come carezze e baci. Ma il sesso violento non va inteso solo come una pratica che lascia segni sulla pelle, può essere di diversi livelli, passare dallo schiaffo sul sedere alla mano alla gola, rispettando i gusti e i confini di tutti.
Il fatto che questa pratica sia diffusa soprattutto nei video porno non deve essere un fattore discriminante, proprio perché può essere adattato a tutte le esigenze.
Chi conosce la scena in cui lui, Rocco Siffredi, mentre fa pratica con il lato B di un’attrice, le mette la testa nel wc e poi tira lo sciacquone? Bene, quella è la scena più famosa di rough sex del cinema a luci rosse.
Il maestro della pornografia italiana potrebbe però dare più di una lezione in materia di Rough Sex, visto che negli anni ’80 lo praticava spesso e con successo nei suoi film. Però – e non ne ha mai fatto un mistero – le sue erano simulazioni, sul set, con persone allenate a fingere per professione.
Il Rough Sex fatto in casa, però è altra cosa: parolacce, manette, strattoni, sculacciate, frustate, schiaffi, mani intorno alla gola e chi più ne ha più ne inventi. Tutte le forme di irruenza fisica sono ammesse, a patto che i partner definiscano in anticipo le regole del gioco. Senza un “contratto” tra chi intende divertirsi in modo selvaggio, si corrono rischi elevatissimi, perché l’aggressività, non controllata, può portare a conseguenze estreme.
Purtroppo non sono pochi i casi di decesso durante uno dei giochi del Rough Sex, e nonostante il rpesunto consenso della vittima, la giustizia non perdona.
Se volete avvicinarvi al Rough Sex e provare l’ebrezza di lasciarvi andare ad atteggiamenti comunemente considerati disdicevoli, parlatene seriamente con il vostro partner. E, se la cosa stuzzica entrambi, stabilite subito cosa non fare mai. Ricordatevi che il sesso è un piacere, un gioco di complicità: mettere a rischio la propria incolumità e quella del partner è un’altra cosa!