Quanti sono gli italiani che soffrono di disfunzione erettile, il principale disturbo sessuale maschile?
Tre milioni, stimava fino a ieri il mondo della sanità.
In realtà – svela una indagine attuale – sono molti di più, specie durante questi mesi di lockdown e pandemia Covid-19.
Oltre un italiano su due (il 51%) ha sofferto di disfunzione erettile almeno una volta nella vita. Per il 13% – un po’ più di tre milioni – si tratta di un problema che si presenta in maniera cronica (da una volta su quattro per ogni rapporto), mentre il più delle volte (38 % ) è invece un problema di natura intermittente. E colpisce – 15 volte su 100 – i maschi già prima dei 40 anni.
L’indagine, condotta su un campione di uomini di età compresa tra i 35 e i 70 anni, è però andata oltre nelle statistiche, analizzando nel dettaglio le conseguenze sullo stato emotivo di chi ha accusato il colpo di una “defaillance” inaspettata.
La disfunzione erettile e la pandemia
In questi ultimi mesi, molti andrologi segnalano che l’ansia da Covid sta influendo sul desiderio sessuale maschile. Inoltre, la stanchezza, le preoccupazioni e l’alterazione dei ritmi circadiani, incidono sulla produzione produzione del testosterone ed impattano sull’erezione e sulla libido. Meno sonno e meno desiderio sessuale.
Uno studio statunitense pubblicato sul Journal of Sexual Medicine mette in luce che la disfunzione erettile è più comune fra gli uomini che sono impegnati in lavori notturni
«Anche l’attività dell’apparato riproduttivo maschile segue una ciclicità nell’arco delle 24 ore, governata dalle oscillazioni nella produzione del principale ormone maschile, il testosterone, che di norma viene sintetizzato in maggior quantità al mattino e prodotto in minor misura alla sera. Quando i ritmi sballano il testosterone si riduce significativamente e l’attività sessuale ne risente».
Le cause della disfunzione erettile
Chi soffre per la prima volta di disfunzione erettile è a caccia di risposte. Ne vorrebbe subito, con tanto di soluzione allegata, per rimediare a quella che considera solo una figuraccia.
Al “perché proprio a me?”, tuttavia, non è facile rispondere con uno schiocco di dita: le cause sono così tante che solo l’intervento di uno specialista può scoprire quella legata al caso specifico.
Esiste difatti una disfunzione erettile da cause organiche, una disfunzione erettile occasionale: ciascuna può avere diverse ragioni e non tutte legate ad una malattia.
Se la causa è una malformazione o un trauma è possibile – e nemmeno sempre – intervenire chirurgicamente. Se i disturbi sono invece conseguenti a terapie farmacologiche, significa che il fenomeno regredirà spontaneamente smettendo di assumere il farmaco. Se invece le motivazioni sono di natura osteopatica, l’intervento di un buon osteopata sarà sufficiente a rimettere in sesto l’intero apparato riproduttivo.
Gli episodi occasionali possono avere motivi molto più banali: l’utilizzo di un preservativo sbagliato, ad esempio, può da solo scatenare una disfunzione erettile. Accade nella maggior parte dei casi. Basta un preservativo anatomico o uno che non stringa il pene, per ribaltare la situazione. Provare per credere.
Poi ci sono i fattori psicologici, come la cosiddetta “ansia da prestazione” e lo stress: entrambi non devono destare eccessiva preoccupazione. Il rimedio c’è e va cercato lavorando con fiducia sull’autostima sotto le lenzuola.
Le conseguenze della disfunzione erettile
La parte più interessante della ricerca condotta da GFK riguarda le conseguenze sullo stato d’animo e sulla coppia della disfunzione erettile: la metà degli uomini che ne è afflitto prova delusione, il 41% imbarazzo, il 31% frustrazione, il 24% rabbia e il 14% addirittura vergogna.
Nel 53% dei casi – assolutamente troppi – la disfunzione erettile impatta sul rapporto con il partner e sulla relazione sentimentale. La ricerca non lo dice, ma le ripercussioni sulla coppia sono in buona parte conseguenza di fattori esterni. Spesso è proprio il partner la situazione peggio di tutti, come una propria sconfitta. Questo genera ulteriori frustrazioni, creando un circolo vizioso che ha troppo spesso una sola fine: la rottura di una relazione. L’impotenza, insomma, va riletta come un problema a due. E va superato, in ogni caso, insieme. Perché recuperare una vita sessuale sana e soddisfacente, in assenza di altri conflitti più gravi, è sempre possibile. Basta metterci l’impegno e … un po’ di fantasia.