Cos’è
La sifilide (o lue) è una malattia che si trasmette non solo attraverso i rapporti sessuali, ma anche da madre a figlio durante la gravidanza. L’agente infettivo è costituito da un batterio chiamato Treponema Pallidum o Spirocheta Pallida, che attacca dapprima gli organi genitali e poi si diffonde in tutto il corpo, ma viene facilmente distrutto dall’essiccazione e dai normali disinfettanti.
La diagnosi si basa sulla ricerca del batterio al microscopio, seguita a un prelievo di siero dalle lesioni che l’infezione provoca. Si può anche eseguire il cosiddetto test di Wasserman, che rivela la presenza di anticorpi nel sangue.
Come si manifesta
Dopo un periodo di incubazione di circa tre settimane, compaiono una lesione indolore (sifiloma) nella zona a contatto sessuale e un significativo gonfiore delle ghiandole inguinali.
È la prima fase della malattia, denominata sifilide primaria. Dura due o tre settimane e si manifesta con la comparsa di lesioni non dolorose localizzate sui genitali: pene, testicoli e all’interno dell’ano. In mancanza di un’opportuna terapia antibiotica la guarigione, è solo apparente, i sintomi riaffiorano nel giro di due-sei mesi.
Si parla allora di sifilide secondaria, caratterizzata principalmente da piccole macchie color rosa (sifilodermi), che restano visibili per una quindicina di giorni su tutto il corpo, compresi i palmi delle mani e le piante dei piedi. All’eruzione cutanea generalizzata si accompagnano altri disturbi: linfonodi gonfi, mal di testa, febbre, affaticamento, dolori muscolari. Se ancora non interviene una cura adeguata, si può assistere all’evoluzione verso la sifilide terziaria (entro un lasso di tempo che va da pochi mesi fino a 25 anni).
In quest’ultima fase avviene la produzione delle cosiddette gomme luetiche, noduli capaci di causare danni al sistema nervoso centrale, agli occhi, al sistema cardiocircolatorio, al fegato, alle ossa e alle giunture. Il malato perde la capacità di controllare i movimenti muscolari e rischia di andare incontro a paralisi, confusione mentale, cecità graduale e demenza.
Il danno può essere talmente serio da condurre alla morte. Nelle donne incinte l’assenza di un trattamento a base di antibiotici può comportare l’aborto, la morte del feto oppure un parto prematuro, ma anche la nascita di un feto con particolari malformazioni, che vanno sotto il nome di fetopatia luetica.
Come si cura
La sifilide si combatte con le iniezioni di penicillina. Questo antibiotico è indicato anche durante la gravidanza poiché attraversa la placenta e agisce sul feto oltre che sulla madre. In seguito sono comunque necessari controlli precauzionali (esami del sangue e visita dallo specialista) da eseguire ogni due anni.