In Inghilterra i test si trovano in palestra, centri benessere, supermercati… e persino in prossimità di alcune chiese battiste. E siccome vige il principio che quando “risponde al migliore interesse dell’assistito procedere all’insaputa dei genitori o a prescindere dalla loro volontà” anche i minorenni possono ricevere consulenze mediche, il test per l’HiV è praticamente alla portata di tutti. E nella grande Londra, dove il sesso e la promiscuità sono cosa comune, il virus dell’immunodeficienza sta sparendo. I test sono accessibili anche agli adolescenti in Francia, in America e in tanti paesi nordici, tra cui l’evoluta Svezia, che in caso di sospetto è prontissima ad imporre misure coercitive – anche ai minori – nei confronti di chi si rifiuta di sottoporsi ad un test HiV.
L’ Italia, che conta ormai 130.000 sieropositivi ed ogni anno deve aggiungerne all’elenco 4000 in più, si sta svegliando solo ora. Perché qui, senza il consenso dei genitori, ancora non è possibile fare un testo per l’HiV prima dei 18 anni.
Un centro diagnostico su cinque, in verità, apre già le porte ai minorenni che chiedono di fare il test dell’HiV, anche se, per legge, servirebbe il via libera dei genitori per verificare la sieropositività negli under 18…. solo che nella metà dei casi non rispetta l’anonimato.
Per porre argine a questa deregulation, il ministro per la salute Giulia Grillo ha concordato con il Garante per i Minori una prossima rivouzione: anche gli under 18 potranno avere accesso anonimamente ai test, senza mamma e papà a dover dare il consenso. I genitori, però, saranno informati in caso di sieropositività.
Test Hiv: cosa accade oggi in Italia
Oggi l’unica categoria di minori che può sottoporsi ad un test Hiv senza il consenso dei genitori o dei tutori legali, è quella degli ultrasedicenni che abbiano contratto matrimonio. La legislazione vigente prevede tuttavia che qualora il minore dimostri difficoltà nell’ottenere o richiedere il consenso, possa fare ricorso a un giudice dei minori che stabilirà se permettere l’accesso al test senza che i genitori o tutori ne vengano a conoscenza.
Test Hiv: Cosa accadrà e dovrebbe già accadere
Il test per l’HiV sarà accessibile gratuitamente e anonimamente anche ai minori, non appena la proposta di legge sarà pronta e approvata. Un percorso ancora lungo che, in realtà non avrebbe ragione di esserci. Un documento della Regione Piemonte che emana alcune direttive sulle prassi da seguire a livello regionale nella somministrazione del test per l’HIV, chiarisce che in realtà i minorenni, dovrebbero già avere accesso al test senza necessità del consenso informato dei genitori, cui si richiede oggi invece un parere unanime.
Il documento della Regione Piemonte, ricorda che la «dottrina in materia di diritti dei minori fa riferimento anche alla “autodeterminazione debole del minore” che assume rilevanza significativa in materia di accertamenti diagnostici qualora vi siano sintomi di insorgenza di malattia trasmessa sessualmente ai sensi dell’art. 4 Legge 25 luglio 1956 n.837 (abrogata dall’art. 24, D.L. 25 giugno 2008, n. 112) e degli artt. 9-14 D.P.R. 2056/62, rispettivamente Legge e regolamento per la profilassi delle malattie veneree». In poche parole, se c’è il consenso (non scritto, ma comunque esplicito) del minore e la sua volontà coincide con il suo migliore interesse, a prescindere dai genitori, andrebbe rispettato. E il test HiV, genitori o meno, non andrebbe mai negato.
Al di là delle interpretazioni della legge, c’è un dato di fatto: il governo si è reso conto della necessità di agire, subito e senza mezzi termini per arginare la subdola epidemia del terzo millennio. Informare, prevenire, curare le parole d’ordine che, in prospettiva, dovremmo sentire più spesso a partire dai prossimi anni. E poi forse verrà un giorno in cui anche il test per l’HiV diventerà cosa di tutti i giorni. Come un prelievo di routine per controllare che il sangue scorra bene e irradi come deve ogni angolo del corpo.