Le misure
Le dimensioni normali del pene non in erezione vanno in lunghezza da 6,5 a 10 cm, dalla punta del glande alla base dell’osso pubico. La circonferenza, misurata nella parte media può essere di 8 o 9 centimetri. Le dimensioni a riposo variano secondo il grado di contrazione dei muscoli lisci situati all’interno dei corpi cavernosi, in relazione alla temperatura, allo stress o all’eccitazione.
Le dimensioni medie del pene in erezione sono da 15 a 16 cm in lunghezza, e da 10 a 12 cm in circonferenza, secondo i libri di anatomia. Più attendibili risultano le tabelle dell’Istituto Kinsley, che trovate qui di seguito, che dimostrano come la forma e il diametro variano considerevolmente da un uomo all’altro. Inoltre, le dimensioni dell’organo in erezione non sono proporzionali alle dimensioni a riposo.
Le aziende produttrici di preservativi sono evidentemente al corrente di questi dati, infatti, oggi in commercio, esiste un preservativo per ogni tipo di pene.
Come potete leggere di seguito, le dimensioni del pene non influenzano ne la virilità, ne la sessualità. Gli uomini sono spesso preoccupati, se non addirittura complessati, per le dimensioni del loro pene, soprattutto a riposo, poiché temono la reazione delle partner o anche degli altri uomini in situazioni di nudità.
Ecco come misurare il pene nel modo giusto: il pene deve essere in stato di erezione ed in una posizione parallela al pavimento. Per misurare la lunghezza, si usa un normale righello, posto alla base (osso pubico), fino alla punta.
Per facilitare l’operazione potete scaricare il misuratore del pene e stamparlo!
Un righello di carta perfetto per trovare il preservativo giusto!
Altri studi fatti sulla misurazione del pene:
L’ultimo studio in ordine di tempo arriva da Hong Kong, dove Chan Lung-wai, direttore del Centro di Urologia dell’Union Hospital di Hong Kong, ha passato cinque mesi, con l’aiuto del suo staff, a misurare le dimensioni del pene dei cinesi tra i 23 e 93 anni.
Poi ha comparato i dati con quelli di ricerche simili effettuate in altri paesi del mondo. Risultato: la lunghezza media del pene cinese in posizione di riposo è di 8,46 centimetri, piazzandosi nel mezzo di un gruppo formato dai tedeschi (8,6), israeliani (8,3), turchi (7,8) e filippini (7,35). Nelle posizioni più alte della graduatoria troviamo gli americani con 8,8 centimetri ma gli incontrastati dominatori sono gli italiani, con 9 centimetri di lunghezza media.
Anche la Lifestyles Condom, un’azienda statunitense che produce profilattici, ha misurato gli attributi (in erezione) a 300 ragazzi delle scuole superiori: un pene medio misura 14,927 cm di lunghezza per 12,628 di circonferenza. «tanta precisione è frutto di un approccio scrupoloso», hanno spiegato i ricercatori. «Ognuno dei partecipanti veniva fatto entrare in un luogo appartato, dove due infermiere in camice e guanti di gomma gli misuravano il pene».
Curiosità sulle dimensioni del pene
Secondo il Kinsey Institute of Research il pene eretto più lungo che sia mai stato registrato misurava 35 centimetri, mentre il membro più piccolo mai registrato e perfettamente funzionante misurava un centimetro e mezzo!
Sempre secondo il Kinsey Institute for Sex Research i centimetri in più o in meno non incidono minimamente sul coito, per il semplice fatto che la vagina è un organo dotato di pareti flessibilissime in grado di adattarsi di conseguenza, aderendo perfettamente a qualsiasi pene (quali che siano le sue dimensioni). A differenza di quanto si crede, la penetrazione profonda durante il coito non è in assoluto quella che porta il partner all’orgasmo.
La vagina, per almeno due terzi della lunghezza, non è un organo molto innervato: se fosse ricco di terminazioni nervose, come per esempio il clitoride, durante il parto il dolore sarebbe insopportabile. Soltanto nell’ultimo terzo, ossia nel tratto più esterno, la vagina diventa molto sensibile.
I sessuologi consigliano agli uomini una penetrazione lieve, con poco arretramento e avanzamento del pene nel canale vaginale, anzichè spinte molto profonde.
Nonostante le rassicurazioni degli esperti, i maschi scontenti delle loro dimensioni sono tanti. Secondo un sondaggio effettuato negli Stati Uniti, il 62 per cento dei giovani americani si accontenterebbe di un altezza di un metro e 65 in cambio di un pene che si allungasse fino a 17,5 centimetri. Solo il 36 per cento preferirebbe un’altezza di due metri con un pene che raggiungesse i 7,5 centimetri.
Un americano insoddisfatto arrivò a porre a “Mens’health” la seguente domanda: «Perché il pene dei pornodivi ha le dimensioni di un enorme hot-dog?». Spiegazione dei cameraman intervistati sull’argomento: la telecamera fa sembrare ogni cosa più grossa, regalando al pene un paio di centimetri di lunghezza. Oltretutto i porno attori prima di cominciare le riprese si fanno la messa in piega ai peli pubici (per dare più volume) e si gonfiano il sesso con una pompa che richiama sangue nei corpi cavernosi del pene.
Se nonostante tutto siete ancora sconfortati dalle vostre dimensioni, ricordate che l’unione fa la forza. Perciò procuratevi una copia della “Small Gazette: The Smaller Man’s Forum”, il quadrimestrale dei soci di un club americano per uomini col pene piccolo. L’ha fondato nel 1986 un mister J. che ha spiegato alla scrittrice Maggie Paley: «L’idea mi è venuta perché ero consapevole che il mio pene non fosse un granché, ed ero certo che in giro ci fossero altri uomini con angosce simili alle mie». Sulla “Small Gazette” compaiono le lettere all’editore, i suoi consigli, ma anche articoli e storie erotiche dove il possesso di un pene piccolo si rivela un gran vantaggio!
Tabella delle misure del pene in erezione (Fonte: Kinsey Institute, USA)
Cosa dice la scienza!
Per far raggiungere l’orgasmo basta un pene lungo otto centimetri, assicura l’andrologo Emmanuele A.Jannini, professore di sessuologia medica all’università dell’Aquila. «Una ricerca dell’ Università dell’ Aquila e della Sapienza di Roma, pubblicata sulla rivista medica “Urology”, dimostra che nella vagina ci sono gli stessi traduttori dell’eccitazione presenti nei corpi cavernosi maschili: nitrossido sintetasi e fosfodiesterasi. E che questi enzimi sono concentrati proprio nel primo terzo della vagina.
Inoltre il maschio col pene piccolo spesso è più attento al piacere della donna: il superdotato, tutto fiero dei suoi attributi, talvolta è un amante distratto. Senza contare che un membro molto grosso, usato con troppa foga, può risultare troppo fastidioso perché causa lo stiramento dei legamenti rotondi, sorta di cordicelle non elastiche che trattengono l’utero».
Ad ogni modo, per i maschi insoddisfatti, c’è sempre l’intervento d’allungamento…«L’operazione – dice Jannini – è consigliabile solo a chi ha un vero micropene, al di sotto dei sette centimetri.
Una ricerca dell’urologo americano Wessels rivela infatti che i pazienti con dimensioni medie e sogni da superdotati restano spesso delusi dall’intervento. Tagliando il legamento sospensorio che parte dall’osso del pube e arriva alla radice del pene (i centimetri in più si guadagnano cosi), il pene turgido non punta a novanta gradi o più ma verso terra». « E’ per tutti questi motivi», conclude Jannini, «che tra gli stessi chirurghi non c’è totale accordo né sul tipo di operazione da fare né sull’opportunità stessa di fare l’intervento di allungamento.
«In stato di erezione, col salire e scendere dell’eccitazione, le dimensioni cambiano continuamente, anche di 1-2 centimetri», spiega Emmanuele A. Jannini, professore di sessuologia medica all’Università dell’Aquila, «Ciò dipende soprattutto dal glande, che ha un suo corpo cavernoso (il corpo spongioso) più lento e meno efficiente degli altri due corpi cavernosi del pene.
Molti uomini raggiungono infatti la massima erezione proprio al momento dell’orgasmo, quando il glande e gonfio e turgido. Ed è a ben pensarci, giusto che sia cosi: all’inizio della penetrazione il glande deve essere morbido per non far male, solo alla fine, quando la vagina è pienamente lubrificata e ingrandita, anche il glande può gonfiarsi al massimo. Inoltre, il fatto stesso di misurarsi riduce inevitabilmente l’erezione, e quindi la lunghezza viene sottostimata.
Per questo i medici fanno le loro misurazioni in condizioni di riposo, facendo perno sull’addome, alla radice del pene, prendendolo poi per il glande e stirandolo il più possibile in lunghezza. Non solo: come spiega Vincenzo Mirone, professore di Urologia all’Università di Napoli Federico II, è stato dimostrato che un pene apparentemente piccolo, in erezione, acquista più centimetri d’uno vistoso. «Per la precisione: il pene medio acquista in erezione il 30/35 per cento di lunghezza, quello lungo il 10/15 per cento.«Nel corso degli ultimi sette-nove milioni di anni», dice Emmanuele Jannini, «il pene umano è diventato circa quattro volte più grande. Un aumento di taglia ancora più straordinario di quello conosciuto dal cervello.
Ci deve dunque essere stata una ragione veramente speciale. Questa ragione, però, è ancora un mistero, sul quale si fanno per il momento solo ipotesi. Innanzi tutto, sgombriamo il campo dalla più ovvia e citata delle spiegazioni proposte: non è affatto detto che un uomo più dotato può soddisfare meglio una donna.
da “La macchina del tempo”.
Il micropene
È definibile quello inadeguato anche al semplice rapporto sessuale che miri ad una fecondazione e che sia quindi, in erezione, di calibro inferiore ai due centimetri e lunghezza inferiore ai sei. Il tutto relativamente alla corporatura e stato nutrizionale del soggetto, alla quantità di grasso pubico, alla conformazione del bacino, ma anche alla struttura generale e genitale della partner, ecc.
Il grasso in eccesso, che negli uomini tende a depositarsi sull’addome,oltre a creare problemi durante il rapporto sessuale, fa sembrare il pene senz’altro più piccolo. Data la natura estremamente elastica e quindi variabile dei corpi cavernosi, costituenti la struttura del pene, non ha senso fare, valutazioni in condizioni di flaccidità.
Ancor meno ha senso valutare le dimensioni del pene in un giovane prima del completamento della pubertà: ci si può riferire a tutta una serie di parametri individuali, che evolvono progressivamente in assoluto e in relazione agli altri caratteri sessuali esteriori, che solo l’occhio esperto di uno specialista è in grado di valutare.
Quando il pene fa “crack”
uomini focosi a rischio di rottura
Attenzione maschi latini troppo focosi sotto le lenzuola! L’ansia da prestazione e l’uso indiscriminato di aiutini per dare il meglio di sé possono avere fastidiose controindicazioni. Come la frattura del pene. Ebbene sì. Soprattutto dal ritorno delle ferie estive gli italiani si sentono rinvigoriti e carichi di entusiasmo sessuale, ma attenzione al “crack”. Nella sola provincia di Treviso, stando ai dati diffusi dall’ospedale Ca’ Foncello, ogni anno almeno 3-4 uomini vengono ricoverati d’urgenza per frattura del pene, ossia la lacerazione, più o meno grave, dell’involucro rigido chiamato tubica albuginea, dove si gonfiano i corpi cavernosi.
Ci sono dei casi che, pur avendo dell’incredibile, esistono e hanno portato nelle sale di Pronto Soccorso uomini con fratture del pene per “rotolamento nel letto sopra la propria erezione” oppure per “la caduta da una mountain bike” o ancora in seguito alla “caduta delle tavoletta del WC sul pene eretto fino al caso limite di “caduta accidentale notturna dopo essere inciampato sul cane che dorme a fianco del letto”.
Storie fantastiche? “Direi proprio di no”, spiega Edoardo Pescatori, responsabile dell’unità operativa di andrologia dell’Hesperia Hospital di Modena. “Le lesioni del pene possono avvenire in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza perché, non dimentichiamolo, l’organo genitale maschile, anche se “rigido”, è molto fragile e gli uomini non dovrebbero scordarlo”. Se a questo si aggiunge che circa il 7% dei maschi italiani soffre di “curvatura del pene” si può notare quanto la sessualità maschile italiana, nel Terzo Millennio, non brilli in serenità.
Si tratta, tipicamente, di traumi derivanti da rapporti sessuali vigorosi nei quali l’uomo “perde il controllo” della situazione. In Italia, sono circa 100 i casi annui di fratture del pene che vengono riscontrati dalle strutture sanitarie. E in estate è molto più facile che i maschi italiani si lascino andare molto più che durante l’anno. “Una precisa casistica nazionale”, continua Pescatori “non esiste perché non vi è un monitoraggio condiviso di tutte le strutture sanitarie.
Certo è che i casi di frattura del pene nei maschi italiani sono una realtà. Nella stragande maggioranza dei casi questi sono il risultato di rapporti sessuali vigorosi con bruschi disassamenti del pene durante il coito, più frequente in uomini non sposati.
Ma, in generale, ogni trauma subito dal pene in erezione è a rischio per determinare una lacerazione dell’albuginea: il pene in erezione infatti è fragile se esposto a traumi: come un palloncino gonfio che, se pestato, esplode”. Le soluzioni? “Anche se perdere il controllo durante l’atto sessuale, talvolta, può essere appagante, gli uomini non devono dimenticare mai di mantenere saldamente le briglie della situazione”.